ZAMBIA - ZIMBABWE
CASCATE VITTORIA
(Agosto 2018)

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"Non si parte per andare da nessuna parte senza aver prima di tutto sognato un posto. 
    E vice versa, senza viaggiare prima o poi finiscono tutti i sogni, 
        o si resta bloccati sempre nello stesso sogno"
 (Wim Wenders)
        
ITINERARIO DEL VIAGGIO

Le Cascate Vittoria, comprese in due parchi nazionali suddivisi tra Zambia (Parco Nazionale Mosi-oa-Tunya) e Zimbabwe (Parco Nazionale delle Cascate Vittoria,) sono oggi una delle attrazioni turistiche più importanti del continente africano sub-sahariano e, oltre ad essere annoverate tra le sette meraviglie naturali del mondo, fanno parte del patrimonio dell'umanità protetto dall'UNESCO.

Da Città del Capo (vedi resoconto di viaggio: Sudafrica 2018) raggiungiamo in volo l'aeroporto di Victoria Falls. Dopo aver sbrigato le formalità doganali ed aver richiesto l'applicazione del Kaza-Univisa che consente multipli accessi tra Zimbabwe e Zambia, con una corsa in taxi ci dirigiamo al nostro albergo, situato in prossimità del centro cittadino, ove ci tratterremo per cinque giorni. L'agglomerato urbano si è sviluppato in funzione della notevole affluenza di turisti che ormai da oltre un decennio qui si riversano in ogni periodo dell'anno e che hanno fatto di Vic Falls, soprattutto negli ultimi anni, un luogo sicuro, tranquillo e funzionale. Questa zona dello Zimbabwe non è stata difatti coninvolta dai violenti tumulti che spesso hanno agitato ed ancora agitano le altre regioni della nazione e grazie anche alle facili vie di accesso verso i limitrofi paesi di Zambia, Botswana e Namibia, non ha risentito della crisi degli approvigionamenti che invece ha sovente colpito il resto della nazione. Ciò, unitamente ad un'efficiente e responsabile organizzazione degli operatori turistici che si impegnano per garantire ai visitatori sicurezza e sempre nuovi servizi, potrà costituire nei futuri anni un'ancora di salvezza dello Zimbabwe che potrà così contare su una importante fonte di reddito legata al turismo internazionale.

Vic Falls si sviluppa ai lati della strada principale ed è letteralmente un susseguirsi di ristoranti, negozietti, alberghi ed agenzie turistiche. In effetti le attività proposte sono veramente innumerevoli e possono soddisfare le esigenze di ogni turista: si va dal bird watching, alle camminate per avvistare i rinoceronti, all'equitazione, alle escursioni a piedi nel bush, fino alle attività più adrenaliniche quali il bungee jumping, il rafting nelle rapide, i sorvoli delle cascate in elicottero, la discesa in corda doppia lungo ripide pareti e chi più ne ha più ne metta. Dopo aver preso confidenza con la cittadina organizziamo la nostra visita al Parco Nazionale delle Cascate Vittoria il cui ingresso si trova a poco meno di un paio di chilometri da Vic Falls.

David Livingstone, il celebre esploratore scozzese, fu il primo occidentale a visitare le cascate nel novembre 1855 e diede loro il nome dell'allora Regina d'Inghilterra, la Regina Vittoria. Le cascate tuttavia erano già note localmente con il nome di "Mosi-oa-Tunya", espressione che in lingua locale significa "il fumo che tuona". Esse si trovano circa a metà del corso dello Zambesi ed appena a monte delle cateratte, il fiume è caratterizzato da numerose isolette ricoperte di vegetazione, il cui numero aumenta man mano che si avvicina al punto di caduta. Le cascate incominciano là ove lo Zambesi precipita in uno stretto dirupo largo circa 120 metri e la cui altezza varia dagli 80 ai 108 metri, circa il doppio dell'altezza delle cascate del Niagara. L'enorme massa d'acqua, cadendo nel dirupo, genera, soprattuto quando vi è la maggior portata, una nebbia di vapore acqueo che sale a oltre un chilometro e mezzo di altezza ed è visibile da una distanza di ben 40 km. Il fronte della cascata è suddiviso grossomodo in quattro settori: dalla riva destra del fiume ha inizio una prima cateratta di 35 metri chiamata Leaping Water (acqua che salta), seguita dall'Isola Boaruka che divide la prima cateratta dalla cascata principale che si estende per 460 metri. L'Isola di Livingstone, raggiunta dall'esploratore che le diede il suo nome, divide la cascata principale da un'altra ampia caduta di circa 530 metri. Infine sulla riva sinistra si trova la Cateratta Orientale.

Bypassiamo rapidamente i venditori ambulanti che all'ingresso del parco propongono impermeabili e ombrelli per proteggere persone e attrezzature fotografiche ed imbocchiamo il sentiero che conduce al primo punto di osservazione. All'inizio del percorso, che si snoda per oltre un chilometro nel folto di una ricca vegetazione e che lambisce il bordo del precipizio, si trova una statua di Livingstone presso cui è doveroso scattare la prima fotografia. Il tragitto prosegue poi toccando una ventina di tappe da cui si ammirano da diverse prospettive le cateratte ed il fondo della gola. Lo spettacolo è davvero impressionante: l'enorme quantità di acqua che si tuffa nell'abisso genera un vento ascensionale che solleva letteralmente una nebbia di goccioline d'acqua che ora cela ed ora rivela il paesaggio intorno creando innumerevoli arcobaleni che compaiono e scompaiono a seconda di come il sole colpisce la nebbia. In men che non si dica, nell'assordante fragore delle acque che precipitano giù, ci si trova completamente fradici (ecco perchè i venditori ambulanti insistevano così tanto per l'acquisto di un impermeabile!). Proseguiamo lungo i punti di osservazione soffermandoci qui e là ad ammirare questo spettacolo della natura, cercando di immortalarlo negli scatti fotografici. In circa un'ora raggiungiamo la fine del percorso che termina su uno sperone che sovrasta una profonda gola, chiamata Boiling pot (pentola bollente), ampia circa 150 metri. La sua superficie è caratterizzata da enormi e lenti vortici che creano un effetto visivo di acqua in ebollizione. Da qui è possibile anche vedere il ponte in ferro (uno dei soli sei ponti che attraversano lo Zambesi) che oggi unisce lo Zimbabwe con lo Zambia. Ripercorriamo quindi a ritroso il sentiero, incontrando di tanto in tanto scimmie e facoceri, per dare ancora una volta una sguardo a queste imponenti cascate che sebbene non siano nel periodo della loro massima portata, impressionano comunque per possenza e maestosità.

Una visita alle Cascate Vittoria tuttavia non è completa se non le si ammirano dall'alto. Questo spiega il perchè a Vic Falls il rumore più costante che si sente oltre allo scrosciare delle acque, è quello degli elicotteri che volteggiano sopra la gola. Molte agenzie propongono difatti un over-flight panoramico della durata di 15 minuti a bordo di un elicottero che, volando sopra le cascate, consente di apprezzarla in tutta la loro lunghezza ed imponenza da questa prospettiva. Raggiungiamo quindi l'eliporto situato a breve distanza dal centro e dopo un briefing informativo prendiamo posto sul velivolo che in capo a pochi minuti ci porta sulla verticale della gola. Dall'alto lo spettacolo è ancora più mozzafiato in quanto rende l'esatta percezione di come lo Zambesi letteralmente cada nelle viscere della terra. La spaccatura in cui si tuffa il fiume sembra una enorme ferita della crosta terrestre da cui si sollevano colonne di vapore acqueo attraversate da arcobaleni che si rincorrono. Da qui sopra è possibile scorgere parte del corso medio dello Zambesi che dopo le cascate continua a scorrere verso est per 200 chilometri attraversando pareti perpendicolari di basalto formanti una gola di larghezza variabile tra i 20 e i 60 metri. Qui si trova poi una successione di rapide che continuano per un tratto di circa 240 km alla fine del quale il livello del fiume risulta più basso di 250 m. Lo Zambesi infine termina il suo percorso sfociando con un delta nell'oceano indiano.

La sera decidiamo di fare la sunset cruise sullo Zambesi, una crociera che inizia verso il tramonto, prosegue con una cena e termina quando l'oscurità avvolge il fiume. Mentre il sole, durante il giorno, è molto forte, nel pomeriggio diventa piacevolmente tiepido e concludere la giornata con una crociera sulle placide acque dello Zambesi è uno dei modi migliori per concludere la giornata e celebrare questo luogo. Gli operatori offrono diverse tipologie di crociere, ma al fine di evitare il sovraffollamento di turisti, optiamo per una crociera un po' più esclusiva che, anche se più costosa, viene operata su una imbarcazione di medie dimensioni, con piatti più raffinati, con bevande alcoliche a piacimento e con pochi ospiti in modo tale da poter godere appieno di una navigazione tranquilla e silenziosa. Sul ponte sono allestiti eleganti tavolini con suggestiva illuminazione e con l'avanzare del tramonto il cielo cambia colore continuamente. Il paesaggio è davvero mozzafiato con il fiume che si tinge di rosso riflettendo gli ultimi raggi di sole, mentre lungo le rive si osservano elefanti, ippopotami, coccodrilli oltre una innumerevole avifauna.

Il giorno seguente decidiamo di prendere parte ad una escursione che consente di avere un contatto ravvicinato con i leoni. Il progetto "Lion Encounter" è un programma portato avanti da un gruppo di persone impegnate nella conservazione di questo animale che è il simbolo stesso dell'Africa e la cui specie ha subìto nei passati 20-30 anni un declino di circa l'80-90% della popolazione. I leoni africani presenti in questa riserva, animali salvati dal bracconaggio o recuperati dalla cattività, vengono progressivamente riabituati alla vita selvatica prima di essere rimessi definitivamente in natura al termine di un percorso riabilitativo. Questo programma offre ai visitatori la possibilità di camminare (e a volte anche toccare) con alcuni esemplerari di questa specie ed i proventi così raccolti contribuiscono a sostenere gli sforzi dei volontari impegnati nella salvaguardia del leone africano. Dopo un briefing durante il quale le guardie della riserva ci spiegano come comportarsi e come reagire nel caso in cui un leone dovesse mostrare un atteggiamento aggressivo, ci armiamo di un semplice bastone ed iniziamo la nostra passeggiata nel bush. Dopo pochi minuti incontriamo lungo il nostro percorso due esemplari ed accantonati i primi timori e le prime comprensibili esitazioni, iniziamo a camminare con loro lungo il sentiero. Durante la camminata i leoni, apparentemente non curanti della nostra presenza, giocano tra loro scrutando qua e là nel folto della boscaglia fino a quando, giunti in uno spiazzo, si accucciano consentendoci un incontro decisamente ravvicianato. Appostandoci con molta cautela per non attirare troppo la loro attenzione e sotto la supervisione dei ranger, ci inginocchiamo alle loro spalle in modo da poterli accarezzare sul dorso. La passeggiata prosegue ancora per una ventina di minuti fino a quando i due leoni decidono di allontanarsi da noi per addentrarsi nel bush. Verso il tramonto facciamo dunque ritorno al campo base dove ci viene offerto uno snack e una birra gelata prima di congedarci dai rangers. Un incontro davvero emozionante che ci ha consentito di stringere un legame ancor più forte con questa specie ancora in pericolo e che ci ha insegnato come i soldi spesi per questa esperienza siano stati davvero un investimento per il futuro di questi animali.

La sera prenotiamo la cena presso un ristorante molto famoso in zona: il Boma, un locale appena fuori città molto noto a livello turistico. E' situato in una location suggestiva e qui la cena è un'esperienza imperdibile, con decine e decine di piatti locali serviti a buffet tra cui carni di impala, kudu, coccodrillo e i meno noti vermi del mopani. I vermi possono essere mangiati semplicemente fritti oppure essere insaporiti con pomodori, cipolle e aglio, ma nessuno di tali ingredienti riesce a mascherare l'inquietante testa nera ed il corpo grigio-sporco del verme. Non tralasciamo, tra le altre, anche questa prelibatezza per la quale ci viene rilasciato un apposito "certificato di apprezzamento".

Da Vic Falls, oltrepassato l'ingresso del parco delle cascate, è possibile raggiungere con una passeggiata di circa 30 minuti il ponte in ferro che divide lo Zimbabwe dallo Zambia. Questo ponte, con una sola corsia di marcia per i veicoli, può essere attraversato a piedi per spostarsi tra i due paesi. Lungo 250 metri, si trova ad una altezza di 125 metri dal fiume sottostante e questo lo fa uno dei siti più adrenalinici ove effettuare il bunjee jumping. Al centro del ponte vi è difatti un gabbiotto allestito per il lancio in cui gli appassionati di questa disciplina posso cimentarsi con un volo da brivido nella profonda gola attraversata dallo Zambesi. Questo ponte, completato nel 1905, era inizialmente inteso come parte dell'ambizioso progetto di Cecil Rhodes per la costruzione di una ferrovia che collegasse Città del Capo al Cairo, progetto che però non fu mai completato.

Proseguendo oltre raggiungiamo il posto di confine dello Zambia. Dopo una breve attesa per il timbro di ingresso, contattiamo un taxista per farci portare a Livingstone una delle destinazioni oggi più note di questo paese, situata solo ad ad una decina di km dal confine. A differenza dello Zimbabwe, che stenta a far ripartire la propria economica a causa di una diffusa agitazione sociale, lo Zambia ha una situazione decisamente più stabile. Le tribù che lo abitano vivono in armonia e la sua valuta è forte. La fluttuazione di turisti che ormai da qualche hanno sta interessando il lato Zambiano delle Cascate Vittoria ha dato l'abbrivio ad un notevole sviluppo dell'edilizia e delle infrastrutture ed il lungofiume dello Zambesi sta incrementando la propria recettività con strutture sofisticate ed leleganti che rendono questa zona una delle più esclusive dell'Africa del sud.

Livingstone, così battezzata in onore dell'omonimo esploratore europeo che per primo reggiunse le Victoria Falls, ha conosciuto il suo sviluppo a partire dai primi anni del XX secolo secolo, dopo che fu terminato il ponte in ferro. Nei decenni successivi la cittadina si è sviluppata come un tranquillo centro di provinciaì, ma nell'ultimo decennio, anche a causa dell'instabilità del confinante Zimbabwe, ha cominciato ad emergere sempre più come capoluogo turistico alternativo a Vic Falls per la visita delle Cascate Vittoria. Ciò ha contribuito a far sì che le facciate degli edifici storici siano state sottoposte a restauri, che siano stati avviati degli importanti progetti edilizi e che si stia discutendo di un potenziamento della rete dei trasporti pubblici. Livinstone, come è comprensibile data la vicinanza, è il punto di partenza per i viaggiatori che attraversano lo Zambia e che intendono visitare le Victoria Falls, ma a parte ciò non vi è molto altro da vedere in città. Unica cosa degna di nota, a parte qualche edificio coloniale che si affaccia lungo la via principale che attraversa l'insediamento, è il Livingstone Museum che merita senz'altro una visita. Il suo interno è suddiviso in cinque sezioni dedicate all'archeologia, alla storia, all'etnografia, alla storia naturale ed all'arte. Di particolare interesse la ricostruzione a dimensioni naturali di un villaggio africano, la collezione di cimeli di David Livingstone ed una raccolta di antiche mappe risalenti anche al XVII secolo.

Pur avendo già visto le Cascate Vittoria sia dal lato dello Zimbabwe, sia dall'altro di un volo panoramico, non resistiamo alla tentazione di rivederle anche dal lato Zambiano. Il Parco nazionale Mosi-oa-Tunya è difatti una meta che non può essere tralasciata da chi si spinge sin qui. L'ingresso, posto vicino al confine, conduce al visitor's center che ospita delle esposizioni sulla fauna, sulla geologia e sulle culture locali. Da qua una rete di sentieri che attraversano la fitta vegetazione conduce a vari punti panoramici di osservazione. Sebbene dal lato dello Zimbabwe la prospettiva delle cascate sia probabilmentre più ampia, da questo lato le si possono ammirare più da vicino in quanto in questa zone la gola in cui precipita lo Zambesi è più stretta. Attraversando un ponte pedonale eretto sopra un precipizio, avvolto da dense nuvole di vapore che formano arcobaleni semplici, doppi e tripli, si può vedere veramente da vicino la Eastern Cataract (la cataratta orientale) in tutta la sua maestosità. Poco oltre si raggiunge uno sperone a picco chiamato Knife edge che in condizioni di vento favorevole consente di avere un panorama magnifico delle cascate e dell'abisso sottostante. Normalmente però tale punto è avvolto dal vapore acqueo che impedisce di godere appieno della veduta. Da questo lato è anche possibile vedere con un'ottima prospettiva il Boiling pot e gli enormi vortici che agitano questa gola. Come avviene anche sul versante dello Zimbabwe il parco viene aperto anche durante le notti di luna piena per permettere ai visitatori di ammirare il sorprendente effetto dell'arcobaleno lunare, esperienza che non risuciamo tuttavia a fare a causa della fase lunare non favorevole.

Terminate le visite e le attività in questa zona, trascorriamo un pomeriggio presso il Royal Livingstone, un albergo in stile coloniale con un curato prato verde all'inglese che degrada verso il fiume. Posto proprio sulle rive dello Zambesi, a poca distanza dalle cascate di cui è possibile vedere le colonne di vapore che si innalzano nel cielo, questo albergo è avvolto da un'atmosfera sfarzosa di eleganza d'altri tempi. E' il posto ideale dove rilassarsi e godersi il panorama del lento scorrere del fiume sorseggiando un cocktail in attesa del tramonto.

Facciamo dunque rientro a Victoria Falls percorrendo a ritroso il ponte ferrato presso cui si accodano file di autotreni carichi di lingotti di rame provenienti dalle miniere della Copper belt (una regione divisa tra lo Zambia e la parte meridionale della Repubblica Democratica del Congo nota per la ricchezza dei suoi giacimenti di rame) e la mattina dopo, di buonora, contattiamo un taxista per farci condurre a Kazungula, posto di confine tra lo Zimbabwe ed il Botswana, paese in cui proseguiremo il nostro viaggio (vedi resoconto di viaggio: Botswana 2018).

GALLERIA VIDEO FOTOGRAFICA

0001 Vic Falls
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0002 Vic Falls
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0003 Victoria Falls (Zimbabwe)
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0004 Victoria Falls (Zimbabwe)
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0005 Victoria Falls (Zimbabwe)
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0052 Cascate Vittoria
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0054 Cascate Vittoria
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0069 Livingstone
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0084 Cascate Vittoria (Zambia)
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