TUNISIA
(Agosto 1993)

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"Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce 
     dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno" 
                                      (Guy de Maupassant, Al sole, 1884) 
 
ITINERARIO DEL VIAGGIO

Da Torino raggiungiamo con un volo della Tunisair la cittadina di Monastir. Dopo aver trovato sistemazione in un albergo del centro, iniziamo la visita di questa città che presenta diversi luoghi di interesse turistico. Ci dirigiamo verso il Ribat di Harthema che è probabilmente la principale attrazione di Monastir. La sua costruzione è stata avviata nel 796, ma poi ha subito diversi rifacimenti. La parte più antica è quella intorno alla torre di vedetta, mentre le mura a sud sono del IX secolo e le mura settentrionali risalgono all'XI secolo. Oggi il cortile è utilizzato per rappresentazioni teatrali e per spettacoli serali. Qui si trova anche l'interessante Museo Islamico che conserva una interessante collezione di monete del X e XI secolo, iscrizioni coraniche del VIII e XII secolo, tessuti, vetri, articoli di bronzo, antiche ceramiche tunisine, gioielli e un astrolabio del 927. La Medina di Monastir è cambiata totalmente nel 1960, allorquando vaste aree sono state abbattute e sostituite con strade aperte e piacevoli edifici con portici. La principale moschea della città è collocata accanto al Ribat. Ha una pianta a base quadrata e fu costruita nel IX secolo e successivamente ricostruita nell'XI. L'altra moschea importante è la moschea Bourguiba costruita nel 1963. Le porte in legno di teak sono state costruite da artigiani di Kairouan e la sala della preghiera è ornata con 86 colonne di marmo rosa. Altro monumento rappresentativo della città è il mausoleo di Bourguiba, costruito a partire dal 1963. E' formato da 3 cupole (2 verdi e una dorata) e 2 minareti che segnano l'ingresso al complesso. Habib Bourguiba è stato il primo presidente della Tunisia e anche se non è mai stato eletto dal popolo in elezioni libere, è generalmente considerato come il padre della moderna nazione.

Da Monastir effettuiamo una escursione a Port El-Kantaoui, un moderno paesino, sorto praticamente dal nulla, che ruota intorno al suo porto turistico, alla sua spiaggia ed al campo da golf a 27 buche conosciuto a livello internazionale. Qui è inutile cercare la benchè minima traccia della vera anima tunisina: tutto è fatto a misura del turista, dai bar ai ristoranti, alle infinite botteghe che vendono di tutto. Ma forse tutto questo fa anche parte della facciata di modernità che il governo tunisino vuol dare di sè al mondo, in uno sforzo di modificare gli antichi costumi di un popolo da secoli legato ai dettami islamici.

Molto più interessante e vera è la vicina Sousse, una città molto viva, terza per dimensioni, sviluppatasi grazie al turismo, ma ancora molto legata alle antiche tradizioni. Fondata nel IX sec. a.C. come avamposto dei Fenici, divenne in seguito un'importante centro sotto il controllo di Cartagine. La medina, con il suo intricato dedalo di stradine tortuose, i suoi mercati colorati, le piccole moschee con i minareti finemente lavorati da cui parte il richiamo alla preghiera dei muezzin, è la parte più interessante della città ed ha inizio appena dietro la piazza centrale di Place Farhat Hached, sul lato sud-ovest, centro nevralgico e punto d'incontro di tutta Sousse. Appena sulla destra è situata la Grande Moschea, il cui accesso è interdetto ai non musulmani salvo che per il cortile prospiciente la sala di preghiera. Una migliore veduta si può comunque godere salendo sui contrafforti del Ribat posto di fronte. Il Ribat, ben conservato come il Nador, la sua torre di avvistamento, è la struttura più antica della medina e risale alla fine dell'VIII sec. Continuando ad addentrarsi nella medina s'incontra un altro importante monumento tipico esempio di architettura ottomana: è la Zaouia Zakkak, che ospita al suo interno una moschea ed una scuola coranica; non è visitabile, ma dall'esterno si può ammirare l'elaborato e affascinante minareto. Proseguendo per una complicata trama di stradine e vicoli chiusi che si intersecano e si rincorrono come a formare un disegno astratto, si arriva al punto più alto della medina, l'antica Kasbah. Al centro spicca la mastodontica torre quadrata Kalefh, utilizzata anticamente come avvistamento e difesa, e trasformata oggi in un faro. In un'ala della Kasbah è ospitato il Museo Archeologico accessibile solo da una strada esterna.

La visita della città di Tunisi e del graziosissimo paesino di Sidi Bou Said è una delle doverose escursioni giornaliere per chi soggiorna sulla costa. E' un'occasione per immergersi nei colori e nei profumi che offrono gli affollati vicoli della medina, vero cuore pulsante, al di la dei turisti che vi si aggirano, del modo di sentire e concepire la vita dei popoli arabi, con una nota di archeologia legata alla visita del Museo del Bardo e del Parco archeologico di Cartagine, per concludere infine con la visita del caratteristico paesino di Sidi Bou Said, immerso nei suoi tenui colori pastello dalle tonalità bianche e azzurre che sembrano proiettarlo in una dimensione unica, sovrastando il mare sottostante dalla cima di una collina verdeggiante. La moderna Tunisi, che esisteva già all'epoca di Cartagine con l'antico nome di Tynes, è arrivata oggi ad inglobare, con i sui sobborghi di candide villette immerse in quieti giardini, le antiche rovine della città fenicia, che così tenacemente contrastò lo sviluppo di Roma nell'area mediterranea. Ma lo scarso interesse dei romani dopo la definitiva conquista della zona fece sì che il vero sviluppo della città avvenne solo dopo la conquista musulmana, così che oggi Tunisi rimane fondamentalmente una città araba con quasi nessuna traccia del periodo romano e bizantino. E' con la costruzione della Grande Moschea di Zitouna (Moschea dell'Ulivo) risalente al 732 d.C. che si può collocare l'inizio del vero e proprio sviluppo della città di Tunisi. La moschea, utilizzata ancora oggi per il culto, con il suo bel colonnato a fregi geometrici, è il cuore dell'antico souq ed è la prima tappa della visita nella medina. Un'interessante prospettiva la si può godere dall'alto salendo sul tetto di uno dei numerosi bazar che la circondano. Spesso i tetti delle case rappresentano di per sè delle piccole opere d'arte, arricchiti con finissime decorazioni, realizzate con mattonelle di ceramica dipinte a mano, a formare colonne, archi e piccole finestre affacciate su viuzze e cortili sottostanti brulicanti di un incessante andirivieni. Terminata la visita della moschea girovaghiamo per la medina in un autentico labirinto di stradine che costituiscono un caleidoscopio di colori, profumi e sapori, in un susseguirsi di piccole mosche, portoni colorati, piccoli bar, bazar di tutti i tipi e carichi di ogni genere di merce. Ci rechiamo poi a visitare il Museo del Bardo, al cui interno è ospitata una delle più importanti collezioni al mondo di maschere e mosaici romani realizzati tra il II e IV secolo, opere rinvenute negli anni durante gli scavi archeologici condotti nei vari siti ubicati in Tunisia. Alcune sale prendono il nome dai grandi e maestosi mosaici che ospitano, come la sala di Bacco e Arianna, il cui mosaico che occupa tutta una parete è stato ritrovato a Thuburbo Majus, la sala di Ulisse, con il mosaico rinvenuto nella casa omonima a Dougga e in cui l'eroe viene ritratto legato all'albero maestro della sua nave per resistere al canto delle sirene. In un'altra sala è ospitato un mosaico molto interessante dal punto di vista storico, in cui il poeta Virgilio, con in mano la sua opera più famosa, l'Eneide, è raffigurato seduto tra le sue due muse, Clio (la storia) e Melpomene (la tragedia).

Per completare la visita di Tunisi ci rechiamo a vedere il parco archeologico di Cartagine: qui in realtà non rimangono che pochi resti, come le Terme fatte edificare da Antonino Pio in prossimità del mare. Più interessante si rivela la visita del caratteristico paesino di Sidi Bou Said a circa 17 Km. da Tunisi. Qui il paesaggio ricorda molto da vicino le atmosfere dei paesi delle isole greche, dall'architettura delle case dipinte nei toni pastello bianchi e azzurri, ai fiori e alle piante che spuntano da minuscoli giardini incastrati tra una casa e l'altra. E' un vero piacere passeggiare tra le sue stradine e fermarsi a bere un tè alla menta in uno dei bar che dalla piazzetta principale si affacciano a picco sul mare sopra la piccola spiaggia di sabbia del paese.

Effettuiamo un'altra escursione giornaliera per visitare le città romane di Dougga e Thuburbo Majus, nel nord-ovest del paese. Il sito di Dougga era probabilmente già abitato fin dall'inizio del II millennio a.C. grazie alla presenza di sorgenti d'acqua ed alla posizione strategica che lo vede dominare da una collina sulla vasta pianura sottostante. Subito dopo l'ingresso del sito archeologico si trova lo stupefacente Anfiteatro cittadino, eretto nel 188 d.C., dove anticamente venivano rappresentati i classici dell'epoca. Superato l'anfiteatro, che ancora oggi ospita migliaia di spettatori in occasione del festival internazionale di drammi classici di Dougga, si prosegue lungo la strada che porta al Campidoglio, uno dei monumenti meglio conservati e più ammirati di tutta l'epoca romana. Appena prima del tempio si apre la piccola Piazza dei venti, sul cui pavimento era posto un mosaico che recava le indicazioni e le direzioni dei 12 venti conosciuti. Attorno alla Piazza dei venti si trovano in non perfetto stato di conservazione i resti di due altri edifici, il Tempio di Mercurio e il Tempio della pietà di Agostino, mentre proseguendo verso sud si incontrano il Foro, luogo di ritrovo e di commercio con ancora ben visibili gli spazi riservati alle varie botteghe. Poco distante sorge il grande Tempio della Concordia, quello di Frugifero e Liber Pater e le grandi Terme di Licinio, uno dei tanti complessi termali di cui si giovavano in ogni stagione gli antichi romani, con la stanza del frigidarium (dove si prendevano i bagni di acqua fredda) che conserva ancora praticamente intatte le pareti perimetrali. Appena ai margini di una strada sterrata che chiude il lato sud del complesso archeologico, si trova la Casa del Trifoglio, l'antico bordello cittadino il cui nome attuale deriva dalla forma a fiore di trifoglio di una stanza interna. Di fronte si trovano le Terme dei Ciclopi ormai in rovina, ma in cui si sono conservate praticamente intatte le latrine dalla caratteristica forma a ferro di cavallo. In lontananza si vede la parte più alta del Mausoleo Libico - Punico, che con i suoi 3 piani e i 21 mt. di altezza sporge dalle cime degli alberi, mirabile esempio dell'architettura del periodo numida del II sec. a C. durante il regno di Massinissa. Tutt'intorno al cuore del sito sono disseminate numerose altre costruzioni: cisterne per la raccolta dell'acqua e templi, come quelli dedicati a Plutone e a Giuone Caelestis, versione romana della dea cartaginese Tanit, edificati nei pressi dell'Arco di Alessandro Severo eretto tra il 222 e 235 come porta d'ingresso occidentale della città.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo a visitare il parco archeologico di Thuburbo Majus, posto a 60 Km a sud-ovest di Tunisi. I principali resti archeologici del sito risalgono al periodo di maggior splendore della città e sono datati intorno al II secolo d.C. Uno degli edifici più interessanti è la Palestra dei Petroni, luogo all'aperto adibito alla pratica sportiva di cui rimane intatta una parte del portico conosciuto con lo stesso nome. Su tutto il complesso domina il Campidoglio, edificato nel 168 d.C. in onore degli imperatori Marco Aurelio e Commodo e posto sotto la protezione della triade Giove, Giunone e Minerva. Si accede alla piattaforma da una larga scalinata sulla cui sommità sono rimaste in piedi 4 colonne di calcare rosa. Antistante il Campidoglio si trovano il Foro con annessi il Mercato ed il Tempio di Mercurio, ma delle costruzioni non ne rimane che il contorno perimetrale. Proseguendo in direzione sud-est si trovano il già citato Portico dei Petroni, con alle spalle le Terme d'Estate e continuando il Tempio di Esculapio ed il Tempio di Celesti, per arrivare in fondo al sentiero al Santuario di Baal (dio punico la cui venerazione era sopravvissuta nella società romana alla caduta di Cartagine): si tratta di un piccolo tempio quadrato di cui rimangono una breve scalinata e due colonne, ma da cui si gode una bella vista sulla campagna circostante.

Ci trasferiamo quindi verso il sud del paese inoltrandoci dalla costa mediterranea verso la porta d'ingresso del Sahara. Prima tappa d'obbligo è la cittadina di El-Jem per visitare il ben conservato anfiteatro romano, un Colosseo appena più piccolo di quello più noto. Lungo 138 mt. per 144 di larghezza, si sviluppa su tre ordini di gradinate fino a toccare i 30 mt. in altezza; si ritiene che potesse arrivare a contenere, al massimo della capienza, fino a 30.000 persone. Costruito tra il 230 e il 280 d.C., è stato più volte utilizzato nel corso della sua storia, oltre che per i giochi, anche per scopi difensivi. La vista d'insieme che si può godere salendo sull'ultimo livello delle gradinate è davvero notevole, potendo spaziare tra l'interno dell'anfiteatro e la città araba che lo circonda.

Lasciata El-Jem riprendiamo il nostro viaggio verso Sud. Percorriamo un tratto di costa fino a Gabès deviando poi in direzione di Matmata in un paesaggio che si fa via via sempre più arido e lunare. Basse e spoglie colline si profilano all'orizzonte, punteggiate da rare macchie verdi formate da una bassa vegetazione e da sparute palme abbarbicate alla terra arsa. Una attrattiva di questa zona sono le cosiddette case troglodite, tipiche abitazioni che i Berberi, antica etnia ancora maggioritaria nella zona, costruirono sotto il livello del terreno per proteggersi dall'eccessivo calore esterno. Le case, ricavate scavando vari ambienti intorno ad un pozzo centrale che ne costituisce l'ingresso e l'unica fonte di luce e ricambio d'aria, godono di una temperatura fresca ed isotermica, risentendo in maniera inferiore degli sbalzi giornalieri e stagionali del clima. E' ormai pomeriggio inoltrato quando arriviamo a Douz, la porta del Sahara al margine nord-est del Grande Erg Orientale.

Raggiungiamo l'albergo dove trascorreremo la notte e subito usciamo di nuovo per una cammellata serale nel deserto. A Douz visitiamo poi il grande palmeto: centinaia di migliaia di palme inserite nella più grande oasi della Tunisia. Ripartiamo per la successiva tappa del tour e raggiungiamo la mitica città di Tozeur. La strada per Tozeur attraversa la depressione dello Chott el-Jerid, un immenso lago salato di quasi 5000 Kmq che fa parte di un complesso di laghi che dal mare si estende nell'interno spingendosi per centinaia di chilometri verso la città algerina di Biskra. Per la maggior parte dell'anno il lago è asciutto e non è raro vedere dei miraggi (carovane di cammelli, oasi, laghi, palmeti) e dei fantastici effetti ottici creati dai raggi del sole che si riflettono sullo strato di sale della superficie. La strada che attraversa lo Chott el-Jerid è ricavata su un terrapieno nella sua parte più settentrionale, ogni tanto si incontrano delle stazioni di sosta dove la maggiore delle attrazioni è costituita dalle bancarelle di venditori ambulanti in cui è possibile acquistare pietre e minerali della zona, in particolare la famosa Rosa del Deserto. Arrivati a Tozeur prendiamo un piccolo calesse e ci avviamo verso il grande palmeto. Riprendiamo il tour verso l'ultima nostra tappa, la città santa di Kairouan, fondata nel 670 d.C. Questa città è considerata la quarta città santa dell'Islam oltre ad essere un rinomato centro di produzione dei tappeti. La zona più interessante da visitare è la medina, circondata dalle mura edificate per la prima volta nel VII secolo. All'interno si trovano tutti gli edifici più interessanti della città, come la Grande Moschea, la Moschea delle Tre Porte, e i Bacini degli Aghlabiti.

Il giorno seguente rientriamo a Monastir da dove ci imbarchiamo per fare ritorno in Italia.

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