"Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina" (Sant'Agostino)ITINERARIO DEL VIAGGIO
Il "tour delle città imperiali" è un itinerario che permette di assaporare le tradizioni di questo grande paese nord africano, consentendo al visitatore di apprezzare anche gli aspetti gastronomici, architettonici, artistici e religiosi che la cultura araba ha impresso in questo luogo. Iniziamo il nostro viaggio con la visita di Casablanca, la città più grande del Marocco e quella in cui si avverte maggiormente l'influenza dell'occupazione francese, con uno stile di vita più vicino ai gusti occidentali. L'architettura coloniale dei palazzi, l'eleganza dei viali e dei parchi, la rendono nell'aspetto simile a una metropoli europea dall'aria un po' retrò. Iniziamo il giro da Piazza Mohammed V, il fulcro della ville nouvelle di Casablanca. Qui si possono ammirare alcuni dei più bei palazzi in stile moresco risalenti al periodo coloniale, come il palazzo della Posta, il Tribunale, l'Ancienne Prefecture ed il Consolato Francese. Proseguiamo la visita della città ammirando il Palazzo Reale di Casablanca. Successivamente visitiamo la moderna chiesa cattolica di Notre Dame de Lourdes, al cui interno si possono apprezzare delle belle vetrate artistiche, terminando la mattinata con la spettacolare Moschea di Hassan II, proiettata con la sua mole imponente direttamente sull'oceano. Costruita per volere del sultano Hassan II, padre dell'attuale Mohammed VI, la moschea è il terzo monumento religioso più grande al mondo. La moschea è un gioiello di tecnologia, con il minareto di 210 mt. d'altezza, le porte elettriche ed il tetto che si può aprire completamente.
Il giorno successivo attraversiamo la degradata periferia di Casablanca e lungo la strada costiera percorriamo i 100 Km scarsi che ci separano da Rabat, dove arriviamo nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per fare un giro nell'antica medina del XVII sec. Il contrasto con il traffico e i rumori di Casablanca e' cosi' stupefacente che ci permette di apprezzare ancora di piu' la passeggiata tra le antiche case intonacate a calce. Eleganti portoni di legno intarsiato, graziose fontane decorate con piccole maioliche, rari passanti nei loro colorati caffettani, tutto contribuisce a fare di questo intricato dedalo di vicoli un luogo dall'atmosfera tranquilla e rilassata, a cui si aggiunge un tocco di mistero con quelle piccole finestre di legno a mezzaluna completamente chiuse tranne che per un piccolo foro centrale, osservatorio privilegiato che permetteva anticamente, in un tempo in cui le donne non erano solite uscire molto spesso di casa, di poter scrutare senza esser viste cio' che avveniva di fuori. Mentre continuiamo a seguire un invisibile percorso sostando ad osservare l'alacre lavoro degli artigiani indaffarati nelle loro piccole botteghe, piano piano il vociare e l'animarsi della via aumentano. E' il segnale che stiamo arrivando nella parte più viva della medina, con la grande moschea ed il mercato, che per certi versi sembra essersi fermata agli inizi del secolo scorso. La visita della medina di Rabat, in cui si può tranquillamente girare senza venir assediati da venditori d'ogni specie, merita senza dubbio una visita anche se è tenuta in minor considerazione rispetto ad altre più grandi ed antiche.
Il giorno dopo continuiamo la visita di Rabat, capitale del Marocco dal periodo coloniale francese, iniziando dal complesso del Palazzo Reale situato all'interno di una vasta area cinta da mura. Accediamo dall'ingresso nei pressi della porta Bab ar-Rouah ( porta dei venti ), una delle porte della città rimaste dal tempo della dinastia almohade. Del complesso fa parte, oltre al palazzo vero e proprio, anche la moschea di Ahl-al Fas che ne chiude un lato sulla grande piazza d'armi. Effettuiamo poi un'escursione fuori delle mura della città, dove nella zona sud si possono ammirare i resti dell'antica colonia romana di Sala Colonia, inseriti all'interno della necropoli di Chellah, costruita nel XIII sec. dalla dinastia dei merinidi. Superata la massiccia porta principale un breve sentiero conduce ad una piattaforma panoramica da cui si può godere una vista d'insieme del sito archeologico, prima di scendere direttamente tra quello che resta dell'antica città romana, in cui non è facile distinguere i vari ambienti e la loro funzione originale. Completando il giro si arriva all'interno del complesso della necropoli islamica, in cui numerose coppie di cicogne hanno trovato l'ambiente ideale per mettere su casa. Anticamente si trovavano qui una moschea, un minareto e una scuola coranica che doveva ospitare diversi studenti: dietro i resti della moschea si trovano anche alcune tombe della dinastia merinide. Dopo la visita della necropoli rientriamo all'interno delle mura e ci rechiamo a visitare la torre di Hassan ed il Mausoleo di Mohammed V. La costruzione della torre di Hassan, divenuta nel tempo uno dei simboli della città, fu iniziata nel 1195 per volere del sultano almohade Yacoub al-Mansour, ma alla morte di questi nel 1199 i lavori furono definitivamente interrotti all'attuale altezza di 44 mt., contro i 60 previsti dal progetto originale. Di epoca più recente è il grande Mausoleo di Mohammed V, edificato dal sultano Hassan II, quello della grande moschea di Casablanca. Il mausoleo, in stile marocchino e riccamente decorato, ospita in una camera sotterranea le spoglie degli ascendenti. Completiamo il giro di Rabat con la visita della Kasbah des Oudaias, passando attraverso la porta che conduce ai giardini andalusi. Da questi, salendo attraverso strette viuzze con le tipiche case nei colori bianco ed azzurro, arriviamo nella via principale, rue Jamaa. Al termine di questa, in direzione sud, sorge il belvedere chiamato la Plateforme du Semaphore, da cui si può godere una bella vista panoramica della foce del fiume che separa Rabat dalla vicina cittadina di Sale.
Effettuiamo poi una visita all'insediamento dove sorgeva l'antica città romana di Volubilis, il sito archeologico, dichiarato dall'Unesco nel 1997 patrimonio mondiale dell'umanità, che si trova a circa 30 Km a nord della città di Meknes. E' uno dei più importanti insediamenti romani del Nord Africa che è giunto fino a noi in un ottimo stato. Ad est si individua l'Arco di Trionfo, restaurato negli anni '30, dal quale parte un lungo viale cerimoniale, il Decumanus Maximus, costruito nel 217 d.C. in onore dell'imperatore Caracalla e di sua madre Giulia Domna. Lungo il suo tracciato si trovano le residenze con i mosaici meglio conservati e di maggior pregio artistico: come la Casa delle Colonne, con un portico che circondava completamente il patio interno abbellito da mosaici con disegni geometrici, la Casa del Cavaliere, con un mosaico dedicato a Bacco ed Arianna, la Casa di Venere, con uno stupendo mosaico dove la dea è ritratta insieme alle sue ancelle durante il bagno, la Casa di Ercole, con un mosaico che ritrae le famose fatiche del semidio ed altre case ancora tutte altrettanto abbellite originariamente da artistici mosaici. Nei pressi dell'Arco di Trionfo si trova la Casa dell'Acrobata, con un mosaico che ritrae un esercizio di destrezza in sella ad un cavallo e subito dietro l'area che ospitava il Foro con i resti della Basilica e del Campidoglio si trova il tempio dedicato alla triade divina romana, risalente al 218 d.C. Proseguendo verso l'uscita si incontra la Casa di Orfeo, appartenuta probabilmente ad uno dei più ricchi mercanti della città, con un bel mosaico dove il personaggio mitologico è ritratto mentre suona la lira.
Ci dirigiamo poi a Meknes, una città dall'impronta architettonica francese che in passato ha meritato l'appellativo di Versaille del Marocco. La città imperiale si estendeva di fronte all'antica medina, separata unicamente dalla porta monumentale di Bab el-Mansour, oggi chiusa e trasformata in una galleria d'arte. Dietro la porta si trovava la grande piazza d'armi, nei cui pressi si può vedere il mausoleo dedicato al sultano Moulay Ismail, che scelse Meknes come capitale del suo regno. A sud del mausoleo si trovano gli immensi granai fatti costruire dal sultano, gli Heri es-Souani, che servivano per immagazzinare grano e fieno per i cavalli del suo esercito.
Ci dedichiamo poi alla visita della città di Fes. Colori, profumi, suoni, in un incessante brulicare di vita attorno ad antichi mestieri artigianali che sembravano scomparsi da secoli, fanno di Fès una delle più suggestive città del Marocco: fondata poco dopo l'inizio dell'espansione araba nel nord Africa ne conserva intatta l'originale identità. Ci concentriamo sulle due zone più importanti e caratteristiche, Fès el-Bali, la parte più antica che comprende la medina, e Fès el-Jdid, la parte più moderna chiamata anche nuova Fès, dove si trova il Palazzo Reale ed il mellah, il quartiere ebraico. La visita inizia da Fès el-Bali, la zona senza dubbio più caratteristica di tutta la città. Il labirinto di vicoli qui presente, sembra l'opera di un enigmista: iniziamo così ad esplorare la medina ammirando dall'esterno una delle porte della grande moschea di Kairaouine, uno dei centri teologici più importanti del mondo musulmano, infilandoci poi nella vicina medersa di el-Attarine, costruita da Abu Said nel 1325 nello stile della dinastia merinide. Basta attraversare una porta per essere catapultati in un attimo da una frenesia estrema ad una tranquillità assoluta, come all'interno di quest'antica scuola coranica, che ancora oggi nelle sue piccole stanze ospita molti studenti. Siamo nel quartiere dove si lavorano i metalli e qui si trova un gran numero di botteghe in cui gli artigiani si affaccendano in un concerto di tintinnii e tonfi sordi. Oggetti in oro, argento, rame, dai metalli più preziosi a quelli più poveri, qui si può trovare di tutto. Dopo la medersa ed un'altra serie di giri nel labirinto, visitiamo in un bel palazzo seicentesco il museo Belghazi che al suo interno ospita una ricca collezione di tappeti, gioielli, armi e oggetti di uso comune. Ci dirigiamo poi verso la zona delle concerie con il souq dei tintori, probabilmente la zona di Fès ancestralmente più caratteristica e senza dubbio quella più immortalata dal punto di vista fotografico. Lo spettacolo e' veramente unico e vederlo dall'alto sembra di guardare una tavolozza pittorica. A rendere tutto ancora più indimenticabile contribuisce anche il forte odore che si respira e di cui tutta l'aria è impregnata. Nel pomeriggio riprendiamo il nostro giro visitando prima un'altra medersa e successivamente una bottega artigianale dove si producono stoffe utilizzando ancora i vecchi telai di legno spinti dal ritmico movimento avanti e indietro delle gambe. Ci spostiamo poi nella zona di Fès el-Jdid di più recente costruzione. In questa parte della città si trovano il Palazzo Reale, visibile solo dall'esterno, ed il quartiere ebraico, il Mellah. Il quartiere, abitato oggi quasi esclusivamente da arabi, dato che la maggioranza degli israeliti è emigrata negli ultimi decenni, ha una fisionomia più aperta rispetto alla medina, con piccole case a due o tre piani ornate da graziosi e caratteristici balconcini di legno. Qui si trovano varie sinagoghe e tra queste merita una visita quella di Ibn Danan. All'interno si possono ammirare arredi sacri e culturali, tra cui una copia della Torah custodita in una nicchia nel muro in fondo alla sala, mentre scendendo per una stretta scala si accede ad una piccola sala sotterranea dove è situato un mikveh, una piscina in cui sono effettuate le abluzioni rituali prima delle cerimonie più importanti. Terminiamo la visita della città di Fès uscendo dalla porta di Bab Dekkaken, chiamata anche la porta blu dal colore delle piastrelle di ceramica con cui è decorata.
Raggiungiamo poi Marrakech, conosciuta anche come "la città rosa", un luogo che più d'ogni altro sa offrire un autentico punto di vista sull'insieme così variegato e composito della cultura di questo paese, tra la ragion d'essere araba e l'antica memoria berbera, tra sapori mediterranei e profumi africani, in un continuo equilibrio tra antico e moderno che qui convivono l'uno accanto all'altro, ora sfiorandosi appena, ora intrecciandosi indissolubilmente. Molte delle sue antiche bellezze architettoniche sono andate perdute, distrutte dalla nuova dinastia araba che subentrava alla precedente. Ogni visita della città che si rispetti non può che iniziare dal cuore pulsante che è piazza Djemaa el-Fna, crocevia dove passato e presente si incontrano e si confondono, all'interno di uno spazio in cui anche gli spettatori sono chiamati a farsi attori. Verso sera la piazza inizia a risvegliarsi e a prendere nuovamente vita e in un attimo tutto diventa clamore, mentre un incessante brulicare di persone si affaccendano attorno alla propria opera, all'interno d'un disordine organizzato in cui ognuno è rispettoso del ruolo che si è scelto.
Iniziamo la visita della città dalla necropoli che si trova nei pressi della moschea della Kasbah, appena passata una delle porte, Bab Agnaou, con cui si accede all'interno delle antiche mura che circondano la medina. La necropoli contiene le tombe della dinastia dei saaditi, e pur salvandosi dai successivi saccheggi, seguiti alla caduta della dinastia stessa, finì ben presto nell'oblio del tempo. Il complesso è suddiviso in tre piccole sale, riccamente decorate da stucchi e intarsi in ceramica, al cui interno riposano numerose spoglie di sultani e dei loro familiari. La sala centrale, detta delle 12 colonne per via del colonnato interno realizzato con marmo italiano, è la più grande e maestosa ed ospita le spoglie del sultano che ne ordinò la costruzione. Appena dietro la moschea e la necropoli si trova uno dei palazzi più famosi di Marrakech, il Palais el-Badi, costruito tra il 1578 ed il 1602. Nel periodo di maggior splendore il palazzo era considerato uno tra i più belli al mondo: oggi purtroppo, dopo il saccheggio seguito alla conquista di Marrakech per opera del sultano Moulay Ismail, versa in cattive condizioni. Splendidi interni si possono invece ammirare, poco lontano, nel Palais de la Bahia, un palazzo in stile marocchino utilizzato in parte, ancora oggi, dal sultano e dalla sua famiglia. Ci rechiamo poi in rue Riad Zitoun el-Jedid, per ammirare la collezione di uno dei più interessanti e spettacolari musei di tutto il Marocco, il museo Dar Si Said, da non mancare assolutamente. Il museo ospita una delle più belle collezioni d'arte, unendo insieme oggetti raffinati, gioielli in argento, oggetti di legno d'uso comune, stupendi portali intarsiati, ceramiche decorate a mano, tappeti ed arazzi, antichi giochi per nobili bambini, armi da fuoco e caratteristici pugnali. Proseguendo nel nostro giro ci spostiamo nella zona nuova di Marrakech, la ville nouvelle, per visitare le Jardin Majorelle, uno dei numerosi giardini esotici che si trovano in città. L'atmosfera tranquilla e rilassata ed il delicato profumo dei fiori concorrono a farne un'oasi di pace che invita a prendersi una sosta dalla caotica e frenetica vita che scorre appena fuori. Dopo una breve pausa ci tuffiamo nella medina attraversando il souq con il suo dedalo di vicoli, di negozi e di botteghe artigianali. Nel tardo pomeriggio effettuiamo una visita nel palmeto appena fuori la città e alle prime ombre della sera ritorniamo nella piazza Djemaa el-Fna per trascorrere l'ultima notte in questo splendido paese.
La mattina successiva ci dirigiamo in aeroporto ove ci attende il nostro volo di rientro in Italia.
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