ISRAELE e PALESTINA
(Aprile 2014)

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"Uno dei piaceri del viaggio è immergersi dove gli altri 

   sono destinati a risiedere, e uscirne intatti, 

riempiti dell'allegria maligna di abbandonarli alla loro sorte"

      (Jean Baudrillard, Cool memories II 1987-1990) 



ITINERARIO DEL VIAGGIO

Paese decisamente mediterraneo seppur definito "un pezzo d'Europa su un lembo d'Asia accostato all'Africa", Israele e la Palestina godono di particolare attenzione non solo per le vicende legate alla precaria stabilità ed ai conflitti politico-sociali che spesso scuotono questo territorio, ma soprattutto per il profondo sapore storico e spirituale che caratterizza i luoghi di questa regione: qui convivono fianco a fianco le tre grandi religioni mototeistiche (ebraismo, cristianesimo e islamismo) e qui sono sostanzialmente nate le prime due. Ma oltre che meta di pellegrinaggi nei luoghi che videro la genesi di queste religioni, Israele è un paese anche decisamente turistico: testimonianze archeologiche di notevole interesse, la costa mediterranea e la vita notturna di Tel Aviv, le amene stazioni climatiche della Galilea, i paesaggi desertici, il Mar Morto e lo spirito tipicamente mediorientale che si respira in questi luoghi, soddisfano le esigenze e le curiosità di qualsiasi viaggiatore.

Con Swissair, via Zurigo, raggiungiamo alle prime ore del mattino il Ben Gurion International Airport di Tel Aviv. Sbrigate senza difficoltà le formalità doganali e ritirata la vettura a noleggio che avevamo prenotato dall'Italia, imbocchiamo la superstrada n. 4 che, in direzione nord, ci porta verso la costa mediterranea. Qui puntiamo subito verso la prima tappa del nostro itinerario nella zona settentrionale del paese: Cesarea. Eccezionale sito archeologico, l'antica Caesarea Maritima offre oggi imponenti rovine soprattutto romane e crociate e si estende per quasi tre chilometri davanti al mar Mediterraneo. L'area degli scavi, tutt'ora in corso, comprende: il teatro romano, sottoposto nel corso dei secoli a ripetuti rimaneggiamenti che consentono oggi di tracciare le linee evolutive dei teatri antichi sino all'epoca bizantina; l'anfiteatro erodiano, una struttura a forma di U dotata di arena e palchi per spettatori che molto probabilmente era usata per le corse dei cavalli, per attività sportive e per spettacoli durante il periodo romano; l'ippodromo, posto ad est del teatro ed ornato con manufatti cultuali e decorativi; l'imponente acquedotto di epoca erodiana, in origine lungo 17 chilometri e di cui ancora oggi si possono ammirare le arcate lungo la spiaggia a nord del sito archeologico; la città crociata con il suo porto, racchiusa dalle mura ed alla quale si accede attraverso tre ingressi; la strada bizantina, realizzata con grosse lastre marmoree e che era fiancheggiata da statue ed edifici pubblici. Trascorse un paio d'ore in questo sito proseguiamo il nostro viaggio verso nord e dopo aver superato la baia di Haifa raggiungiamo Akko, cittadina di grande importanza storica il cui nome compare già in testi egizi risalenti al 2000 a.C. Costruita lungo la romana Via Maris che collegava la Siria all'Egitto, Akko si presenta come la città architettonicamente più araba di tutto Israele ed oggi conserva vestigia storiche di particolare pregio. Impressionante sia per chi viaggiava per terra sia per chi giungeva dal mare, la cinta muraria che circonda da ogni lato la città vecchia e che è riforzata da cinque torrioni, fu eretta in più riprese su fondazioni crociate ed è tutt'ora possibile percorrere alcuni tratti dei camminamenti di ronda. All'interno della città vecchia vi sono interessantissimi edifici che meritano una approfondita visita: la El Jazzar Mosque, elegante costruzione del XVIII sec. eretta sul sito di un'antica basilica bizantina. Il grande cortile antistante è ornato da arcate e da colonne provenienti da Cesarea e da Tiro; la immensa cittadella crociata, che rappresenta il miglior esempio di architettura civile crociata in Israele. Sotto gli edifici eretti nel corso del XVIII sec. si nasconde la Acri crociata, costruita diversi secoli prima, che fu sede dell'Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni d'Acri (Ospitalieri) e che racchiude importanti edifici quali la Entrance hall, la Knight's hall, la Grand Maneir e la cosiddetta Cripta di S. Giovanni; l'Hammam el-Basha, un bagno turco pubblico che conserva i pavimenti in marmo, la piastrellatura delle pareti e la cupola traforata; i khan, (caravanserragli) costruiti in genere sulle fondazioni religiose della città crociata distrutta dai mamelucchi nel XIII sec. (tra questi i più notevoli sono il khan el-Umdan, il khan esh-Shuma e il khan esh-Shawarda). Circa un chilometro a nord di Akko si trovano i giardini e la casa Baha'i, in cui Baha Allah, il fondatore del Bahaismo, risiedette gli ultimi giorni della sua vita. Qui vi è anche la sua sepoltura e questo è il luogo più sacro per i seguaci di questa religione.

Lasciamo quindi la costa mediterranea e ci spostiamo verso est fino a raggiungere le sponde del lago di Tiberiade che separa il Golan meridionale dalla bassa Galilea. Il lago (chiamato anche Mar di Galilea) si trova in una depressione a -212 mt. sotto il livello del mare ed il fiume Giordano funge da suo immissario ed emissario. La zona per le sue peculiarità geomorfologiche gode di un buon clima anche in inverno e pertanto è considerata una importante stazione turistica nel corso di tutto l'anno. Sulla sponda occidentale sorge Tiberiade, la capitale della Galilea, unico centro urbano importante del lago. Qui faremo tappa alcuni giorni sia per visitare alcuni luoghi di interesse prettamente religioso (sulle sponde del lago di Tiberiade si svolse difatti gran parte della vita pubblica di Gesù), sia per visitare alcuni siti archeologici ed alcuni interessanti centri urbani del nord del paese. Tiberiade in verità conserva ben poche vestigia del proprio passato (rimangono i resti delle mura cittadine di epoca settecentesca, la grande moschea risalente alla metà del XVIII sec. e la chiesa francescana di S. Pietro eretta verso la fine dell'ottocento sui resti di una chiesa crociata) ed oggi è più che altro una cittadina che si è sviluppata per ospitare il sempre più intenso turismo lacustre. La zona più recente si estende sulle falde dei rilievi circostanti che sono fittamente edificati, mentre la parte più vecchia, risalente agli anni trenta, si protende verso le sponde del lago in cui è concentrata la maggior parte degli hotel e in cui si svolge la vita notturna di Tiberiade.

Partiamo dunque in direzione nord e costeggiando la sponda occidentale del lago di Tiberiade raggiungiamo Tabgha. Luogo sacro alla cristianità, questo fu teatro di tre fondamentali episodi evangelici: la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la pesca miracolosa e il discorso della montagna, eventi celebrati da tre diversi santuari qui visitabili. La Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci, eretta sul luogo di due precedenti santuari di cui il primo costruito nel 352 d.C., conserva splendidi mosaici pavimentali; la Chiesa del primato, eretta proprio in riva al lago, celebra il primato di S. Pietro nel luogo in cui, secondo i vangeli, Cristo apparve ai suoi discepoli per affidare a Simone-Pietro la guida spirituale della chiesa. La roccia visibile all'interno della cappella è nota come la mensa domini ossia la tavola dove mangiarono Gesù e i suoi discepoli. A poca distanza, sul cosiddetto Monte delle Beatitudini, sorge la Chiesa delle beatitudini, in basalto nero e pietra bianca, situata all'interno di un bel parco da cui si gode uno splendido panorama sul lago. Nelle vicinanze si trova un altro sito importante per la cristianità: Cafarnao. Secondo i vangeli Gesù risiedette qui per lungo tempo predicando, compiendo miracoli e riunendo i suoi primi apostoli. Il sito, custodito dai francescani, comprende la cosiddetta Basilica bizantina di cui rimangono solo le fondazioni con i mosaici che ricoprono i pavimenti del battistero. Secondo la tradizione in questo luogo sorgeva la casa di Pietro in cui Gesù trovò ospitalità. Nelle vicinanze gli scavi archeologici hanno anche riportato alla luce le fondamenta di diverse abitazioni della prima età imperiale e nei pressi sorgono inoltre i resti ben conservati di una ampia sinagoga risalente al IV secolo. Lasciamo le sponde del lago di Tiberiade e ci dirigiamo a sud-ovest verso il centro della regione. Lungo la strada fiancheggiamo il Monte Tabor, altura di 600 mt. completamente isolata dagli altri rilievi della Galilea. L'area è oggi divisa tra francescani e greci ortodossi e qui sorge la Basilica della trasfigurazione che poggia su una precedente chiesa crociata. Raggiungiamo dopo alcune decine di chilometri Nazareth che insieme a Betlemme e Gerusalemme rappresenta uno dei tre luoghi più importanti per i cristiani. Adagiata sui rilievi della Galilea, la Nazareth moderna, perennemente intasata dal traffico, ha ben poco a che vedere con il villaggio in cui secondo la tradizione crebbe Gesù. Qui si trova la Basilica dell'annunciazione eretta negli anni '60 su precedenti siti religiosi. L'attuale edificio è suddiviso in una chiesa inferiore (interamente incentrata sulla grotta dell'annunciazione ed in cui sono ancora visibili tracce delle precedenti strutture di epoca paleo cristiana, crociata e bizantina) ed una chiesa superiore (dominata da una enorme cupola ed arricchita da opere d'arte, non sempre felici, di artisti di tutto il mondo). A pochi passi dalla basilica sorge poi la Chiesa di S. Giuseppe, altro sito assai venerato eretto su fondamenta di altri edifici di periodo giudeo-cristiano.

La nostra prossima meta è Megiddo, un sito archeologico tra i più impressionanti in Israele dichiarato nel 2005 patrimonio dell'umanità. Su un'altura posta nella pianura di Yizre'el, gli scavi hanno messo alla luce venti fasi di insediamenti umani che vanno dal periodo calcolitico (circa 40.000 a.C.) fino al periodo persiano. L'area archeologica consente di ammirare i resti della porta a tenaglia (risalenti al regno di re Salomone, 1000-900 a.C.) che dava ingresso alla città e che risultano sovrapposti a strutture precedenti risalenti al XVIII-XVI sec. a.C. Poco lontano si possono osservare i resti di un altare cananeo risalenti all'epoca delle piramidi (2500 a.C.) e nelle vicinanze sorgono delle tombe cananee. Procedendo verso la parte più alta della collina si giunge al cosiddetto palazzo reale di Salomone al cui fianco si trovavano le scuderie di Salomone ove sono state rinvenute mangiatoie e pietre verticali utilizzate per legare gli animali. All'estremità est della collina vi è poi un pozzo verticale profondo 35 mt. per l'approvvigionamento idrico da cui si dipartiva un tunnel lungo 62 mt. (ancora percorribile) che conduceva fuori dalle mura della città, consentendo così di resistere anche a lunghi assedi. Lasciato questo importante sito ci dirigiamo ancora verso ovest fino ad incontrare Bet She'arim, un'altra interessantissima area archeologica menzionata nell'antichità come luogo fortificato di proprietà di Berenice. Le rovine della città sono situate sul fianco della collina e qui si trovano i resti di una grandiosa sinagoga oltre che di edifici commerciali, abitativi e di una basilica. La zona degli scavi più affascinante è però quella che comprende la grandiosa necropoli interamente scavata nella roccia e che è articolata in 31 catacombe contenenti più di 400 sarcofagi. Gallerie, stanze e corridoi sotterranei risultano essere letteralmente stracolmi di sepolture e di sarcofagi decorati con ghirlande, leoni araldici, fregi, medaglioni e molti altri motivi. I sepolcri familiari più lussuosi sono riccamente ornati con mosaici pavimentali e hanno pareti in muratura, mentre alcune stanze sotterranee risultano impreziosite con rilievi, pitture ed iconografie influenzati dalle tradizioni romaniche, orientali ed ellenistiche. Terminata la visita di questo suggestivo luogo ci spostiamo verso la costa mediterranea e raggiungiamo Haifa, terza città per numero d'abitanti d'Israele e, soprattutto, porto commerciale intorno al quale si è sviluppato il più importante centro industriale del paese. Si tratta di una città moderna dall'aspetto europeo che, sebbene goda di un clima favorevole e di una posizione piuttosto amena, possiede però scarse attrattive turistiche. La parte bassa della città comprende l'ampia area portuale, la zona industriale ed i quartieri commerciali. Alle spalle di questa zona, lungo le pendici che salgono dolcemente verso il Monte Carmelo, si trova invece il quartiere denominato German colony in cui si sviluppò la vecchia colonia tedesca creata verso la fine dell'800 dalla comunità protestante. Questa zona conserva ancora oggi la fisionomia di allora con piccole case coloniali circondate da giardini o da siepi. Poco più in alto di questo quartiere, in posizione dominante, sorge il Baha'i shrine (uno degli otto templi esistenti al mondo di questa religione) con la sua splendida cupola sfavillante e con il suo curatissimo giardino terrazzato che lo circonda. Il settore più elevato della città è invece occupato dallo sperone finale del Monte Carmelo che sovrasta la grande baia sottostante. Fino a trent'anni fa la zona era coperta da un fitto manto forestale che nel corso degli anni ha lasciato però spazio all'urbanizzazione. Sulla punta estrema del monte, raggiungibile anche con un breve tratto in teleferica, sorge il convento carmelitano Stella Maris eretto su un sito sacro venerato sin dall'antichità e ricordato dal faraone Tutmosis III. Alla base del monte si trova invece la Elijah's cave nella quale, secondo la tradizione, il profeta Elia si sarebbe rifugiato ed avrebbe insegnato ai suoi discepoli. Al tramonto lasciamo la costa mediterranea e facciamo rientro a Tiberiade da dove, la mattina successiva, pertiremo per un altro itinerario nel nord del paese.

Arroccato sul monte Canaan nella Galilea del nord, Safed è il più elevato centro urbano di Israele ed è una importante stazione climatica che gode di una splendida posizione panoramica. La cittadina, capitale della cabala e del misticismo ebraico, offre diverse attrattive legate ai suoi interessanti quartieri che si sviluppano ai lati della direttrice principale, Derekh Yerushalayim, fiancheggiata verso nord da terrazze panoramiche. Ci dirigiamo dunque verso il quartiere ebraico, caratterizzato da un fitto intreccio di viuzze e stradine su cui si affacciano le più importanti sinagoghe cabalistiche della città. Altra zona che merita una visita è quella denominata Artists' colony corrispondente al vecchio quartiere arabo divenuto dimora di molti artisti, pittori e scultori ebraici, polacchi, americani e tedeschi che qui si sono trasferiti. Sul punto più alto si eleva invece la Cittadella, una costruzione del XVIII sec. circondata da un parco di pini, cipressi e cedri, da cui si gode un suggestivo panorama fino al lago di Tiberiade e all'estuario del fiume Giordano. Meritano infine una visita i cimiteri ebraici situati lungo le pendici occidentali della città vecchia che contengono le tombe di molti famosi cabalisti che credevano che l'aria incontaminata di Safed avrebbe purificato le anime di coloro che fossero stati qui tumulati. Non molto distante da qui si trova un sito archeologico che svolse nell'antichità un importante ruolo strategico e commerciale nella zona: Tel Hazor. Gli scavi hanno messo in luce insediamenti abitativi che evidenziano 21 strati di occupazione dal III millennio fino al II sec. a.C. Il luogo è annoverato tra i luoghi patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Nel sito si trova una città bassa dove sono visibili le tracce di fortificazioni risalenti al XVIII sec. a.C. e di un tempio eretto sopra quattro strati sovrapposti. Nella città alta sono stati trovati reperti dell'età del bronzo antico ed i resti di un immenso palazzo reale originariamente risalente al XIV sec. a.C. La città fu probabilmente ricostruita sotto il periodo di Salomone (X sec. a.C.) e venne munita di nuove fortificazioni, di casematte e di una nuova porta d'ingresso. Nella zona sud-occidentale della collina vi sono i resti di un enorme impianto idrico risalente all'epoca salomonica (simile a quello di Megiddo) costituito da un pozzo a gradini profondo 45 mt. scavato nella roccia. Terminata la visita di questo importante sito ci dirigiamo verso sud costeggiando il lato orientale del lago di Tiberiade in un territorio stretto tra le sponde lacustri e le alture del Golan che è tutt'ora oggetto di contesa tra Israele e Siria. Subito a sud del lago, sulla sommità di un'altura ed in posizione strategica a dominio della valle del Giordano, si trova Belvoir che conserva i resti di un castello crociato eretto nel 1168 dall'Ordine degli Ospitalieri, caduto in mano musulmana pochi decenni dopo ed infine restituito ai crociati in seguito ad un trattato. Difesa da un profondo fossato, la imponente fortezza era praticamente inespugnabile anche perchè poteva contare su ampie riserve idriche e su passaggi sotterranei che consentivano l'accesso alle campagne circostanti. Oggi i resti del castello sono ancora ben conservati e merita farvi tappa sia per la visita della fortezza sia per lo splendido panorama che consente di spaziare dal lago di Tiberiade, alla valle del Giordano, alle alture del Golan ed ai rilievi della confinante Giordania che dista da qui poco più di venti chilometri. Proseguiamo ancora più a sud e raggiungiamo un altro sito archeologico che conserva eccezionali vestigia del passato: Bet She-an. Gli scavi hanno messo in luce 18 strati sovrapposti che vanno dal 3500 a.C., al periodo ellenistico, romano, bizantino, crociato e musulmano. Oggi le vestigia più impressionanti sono quelle risalenti al periodo romano-bizantino e tra queste troviamo: il tell el-Husn la collina che è il luogo del più antico insediamento della città ed in cui sono stati trovati reperti archeologici riferibili agli Hyksos e agli egizi (stele di Seti I e statue di Ramses II e III); il teatro, uno dei più grandi e meglio conservati di Israele che poteva ospitare fino a 5000 spettatori e le cui gradinate erano costruite su imponenti sostruzioni attraversate da corridoi che conducevano all'interno. Parte della scena con nicchie, colonne e pareti in marmo giallo è ancora visibile; le imponenti terme, d'epoca bizantina su più antiche strutture romane. L'edificio era formato da ampie sale colonnate e vani riccamente decorati con pavimenti mosaicati che conferivano al luogo una eccezionale eleganza; l'odeon, di epoca romana e successivamente smantellato per far posto all'esedra con la pavimentazione marmorea dell'orchestra; la via di Palladio, una ampia via a spina di pesce che attraversava l'intera città dal teatro fino al tell (collina) e che era fiancheggiata da marciapiedi lastricati, da colonne e da portici; il tempio romano, in posizione lievemente rialzata ed a pianta semicircolare con facciata a quattro colonne; il ninfeo, un'elaborata fontana consistente in un'abside centrale con due file di colonne attorno alla quale in epoca bizantina ed altomediovale sorsero diversi edifici; la via della valle, ampia strada d'epoca romana colonnata e a pavimentazione basaltica che dalla porta nord orientale conduceva in centro; la basilica, edificio pubblico rivestito di marmi policromi che nel periodo romano godeva di particolare importanza poichè qui si svolgevano le riunioni e le contrattazioni; il tetrapylon, l'incrocio tra le due strade principali; l'anfiteatro romano, per i combattimenti dei gladiatori che originariamente poteva contenere 6000 spettatori e che in epoca cristiana cadde in disuso fornendo con i suoi blocchi materiale di costruzione per altri edifici cittadini. Nelle vicinanze si trovano poi i resti di due sinagoghe e di un monastero che presentano ricchi pavimenti a mosaico ancora ben conservati. Nel tardo pomeriggio riprendiamo il viaggio verso sud per raggiungere nuovamente l'aeroporto di Tel Aviv e da qui, restituita l'auto a noleggio, prendiamo un taxi collettivo (sherut) che ci condurrà alla nostra prossima meta.

In serata raggiungiamo l'incantevole Gerusalemme in cui trascorreremo alcuni giorni. La sua fama ed importanza è sostanzialmente legata agli eventi religiosi che in essa si sono svolti. In realtà la città non presenta nessuna delle caratteristiche che di solito fanno la fortuna di un luogo, difatti non ha fiumi, non si affaccia sul mare, non occupa una posizione strategica da un punto di vista commerciale o militare. Essa è però la città che custodisce le tre "pietre" simbolo delle tre grandi religioni monoteistiche: il Muro occidentale per gli ebrei, il Santo Sepolcro per i cristiani e la Roccia di Maometto per i musulmani e ciò, sotto questo profilo, la rende unica al mondo. Gerusalemme è situata su un gruppo di colli e tra alcune valli che ne determinano una struttura topografica piuttosto complessa e ciò anche in considerazione del fatto che nel corso dei secoli sono intervenuti ripetuti mutamenti che oggi la rendono difficilmente leggibile. Grossolanamente la città può essere suddivisa in una parte vecchia (racchiusa tra le mura della old city), in una parte nuova (costituita dai quartieri che nel corso degli anni si sono sviluppati nella parte occidentale) e in una parte collinare rappresentata dal Monte degli Ulivi (che si estende verso est oltre la valle del Cedron). La nostra visita comincia dalla zona che è considerata il cuore di Gerusalemme ossia dalla città vecchia (old city) che è un concentrato di meraviglie e al contempo di contraddizioni senza pari. Qui si è costruito, distrutto e ricostruito per tremila anni creando così un vivacissimo miscuglio di presenze umane, di religioni e di strutture architettoniche il cui risultato è quello di avere sostanzialmente tante piccole città (qui difatti si trovano i quartieri armeno, ebraico, cristiano e musulmano) all'interno di una medesima città quasi come in un gioco di scatole cinesi. Innumerevoli sono i luoghi da visitare e quelli qui di seguito elencati costituiscono senz'altro un 'must visit'. Le mura della città vecchia oggi ci appaiono nella fisionomia in cui furono realizzate da Solimano il magnifico intorno alla metà del XVI sec. ed il relativo tracciato, nel corso dei secoli, è stato mutato più volte. La cinta muraria, su cui è possibile camminare in alcuni punti, è lunga circa quattro chilometri ed è interrotta da sette porte di cui più importanti sono: la Jaffa gate, realizzata da Solimano nel 1538-39 nel punto in cui si trovava una delle porte romane; la Zion gate, realizzata un paio di anni dopo, in prossimità del luogo ove finiva il cardo maximus romano, probabilmente per facilitare l'accesso al limitrofo monte Sion; la Lion's gate, risalente ai medesimi anni e che conserva due leoni dell'epoca dello sceicco mamelucco Baibars (XIII sec.); la Damascus gate, tipico esempio di architettura ottomana fiancheggiata da due torrette e sotto le cui volte si tiene un animato mercato. Le altre porte sono la Herod's gate, la Porta dei magrebini (unica via di accesso per i non musulmani alla spianata del tempio) e la più recente New gate aperta verso la fine dell'800. Nei pressi della Jaffa gate si trova la Citadel - Tower of David che rappresenta uno dei siti storico archeologici più interessanti di tutta la città vecchia sia perchè tra le sue mura accoglie la miglior testimonianza delle varie stratificazioni di Gerusalemme, sia perchè rappresenta un bellissimo esempio di architettura civile. Qui vicino, schiacciato nell'angolo sud occidentale, si trova il quartiere armeno strutturato, forse a causa delle persecuzioni a cui sono stati sottoposti gli armeni negli ultimi due secoli, come un fortilizio-labirinto in cui le finestre e le porte non si affacciano sulla pubblica via ma si aprono all'interno di cortili seminascosti e protetti da pesanti portoncini. Nel cuore di questo quartiere si trova la cattedrale del Patriarcato armeno ortodosso (nota come St. James cathedral) con un interno a tre navate absidate separate da quattro colonne. Poco oltre si entra nel quartiere ebraico che reca le tracce di quasi tutte le distruzioni e ricostruzioni della storia di Gerusalemme. Uno dei luoghi più significativi dell'antico insediamento romano-bizantino è il cardo maximus un tratto del quale è stato riportato alla luce e parzialmente restaurato. Nelle vicinanze sorgono le due sinagoghe Ramban e Hurva, quest'ultima affacciata sull'omonima ampia piazza e le quattro sinagoghe sefardite che costituiscono il vero cuore ebraico del quartiere. All'estremità opposta vi è l'ingresso sotterraneo alla burnt house che è un esempio di quello che era agli inizi del primo millennio il quartiere residenziale della città alta. Tra i luoghi della città vecchia che più costituiscono il simbolo dell'ebraismo vi è il western wall (più comunemente noto come il muro del pianto) che altro non è che una porzione del muro di contenimento della spianata dell'antico Tempio di Gerusalemme (andato distrutto nel 70 d.C.) e che rappresenta per questa religione un fortissimo legame con il passato. Il muro è accessibile a tutte le ore del giorno e della notte ai fedeli di ogni religione anche se è meta principale degli ebrei che qui si riuniscono a pregare e a piangere la distruzione dell'originario Tempio. Sulla sinistra una costruzione trasformata in sinagoga racchiude il Wilson's arch (riservato solo agli uomini) che costituiva uno degli archi del viadotto che anticamente conduceva dal Tempio alla città alta.

Dalla ampia piazza antistante il muro del pianto si accede attraverso la porta dei magrebini alla splendida spianata del tempio, un luogo considerato tra i più sacri e suggestivi della storia umana: per centinaia di anni fu il sito del Tempio, unico luogo santo per la religione ebraica. Profanato e poi distrutto, è divenuto infine il terzo luogo sacro al mondo per i musulmani dopo La Mecca e Medina. La spianata, una vasta superficie trapezioidale, racchiude eccezionali monumenti tra cui: el-Aqsa, una importantissima moschea, eretta sulle rovine di una basilica bizantina, che è stata rimaneggiata, danneggiata da quattro terremoti e più volte ricostruita e modificata; el-Aqsa museum & library, ospitati in edifici d'epoca mamelucca e crociata; la splendida Qubbet es-Sakhra, più nota come Cupola della Roccia, un significativo esempio di architettura araba caratterizzato da una pianta ottagonale con quattro porte che si aprono verso i punti cardinali. Le pareti inferiori sono di marmo grigio e nella parte superiore sono rivestite di maioliche con scritte coraniche. All'edificio, sormontato da una maestosa cupola dorata, si accede tramite una scalinata che termina con quattro archi. La "roccia" è la parte più alta dell'altura sottostante (monte Moria), luogo di sacre tradizioni dove Abramo avrebbe dovuto sacrificare Isacco, dove l'angelo sarebbe apparso a Davide e dove sarebbe terminato il viaggio di Maometto da La Mecca a Gerusalemme seguito dalla sua ascensione. Sulla spianata sono poi presenti altri edifici minori quali fontane, cupole, una madrasa e le scuderie di Salomone. I lati nord e ovest della spianata confinano con il quartiere musulmano le cui strette vie e i rumorosi mercatini sono perennemente affollati da gente del luogo e dai turisti. In questo quartiere si trovano oggi molti dei luoghi legati alla tradizione religiosa cristiana: il convento della flagellazione; la cappella della condanna, che conserva un tratto del litostroto, ossia la pavimentazione romana che Gesù avrebbe percorso; l'arco dell'ecce homo, il cui nome deriva dalle parole che Pilato pronunciò presentando Gesù alla folla; la via Dolorosa, l'itinerario che segue il percorso della via crucis così come si è venuto a delineare nel corso dei secoli. La tradizione cristiana ha voluto ricostruire passo per passo il cammino di Gesù verso il Calvario individuando 14 "stazioni" che identificano gli eventi salienti del percorso descritti nel Vangelo. Le ultime cinque stazioni si trovano nel luogo santo per eccellenza per i cristiani: il Santo Sepolcro, un unico corpo architettonico che comprende il sito della morte, della sepoltura e della resurrezione di Gesù. L'attuale edificio è il risultato di trasformazioni avvenute nel corso dei secoli che hanno snaturato l'originaria struttura, ma che in ogni caso non ha mai smesso di essere luogo di assoluta devozione nel corso dei secoli. L'ingresso al Santo Sepolcro è costituito da un cortile quadrato d'epoca crociata (sovrastato dal minareto dell'adiacente moschea) e da qui si accede all'interno. Subito sulla destra una scala porta al Golgota (altura dove, secondo la narrazione dei vangeli, salì Gesù per essere crocifisso e che oggi è inglobata nell'edificio) suddiviso nella cappella della crocifissione e cappella del calvario. Scendendo la scalinata e ritornando nel vestibolo d'ingresso si trova al centro la pietra dell'unzione (sulla quale si vuole che il corpo di Gesù venisse preparato per la sepoltura). Al centro dell'edificio sorge l'edicola del Santo Sepolcro che immette attraverso una piccola porta nella tomba interamente ricoperta di marmi. Tra gli altri luoghi di rilevo all'interno dell'edificio troviamo la tomba di Giuseppe d'Arimatea, il Catholicon, cappella greco-ortodossa; gli archi della Vergine sostenuti da colonne corinzie; la prigione di Cristo, altra cappella greco-ortodossa. Scendendo al di sotto del livello pavimentale troviamo la cappella di S. Elena e la cappella del ritrovamento della croce. A breve distanza dal Santo Sepolcro si distende il quartiere cristiano in cui spiccano il muristan, un complesso religioso costituito da chiesa, monastero e ospizio per pellegrini; la chiesa di S. Giovanni Battista, ove in epoca crociata venne fondato l'Ordine Cavalleresco degli Ospitalieri; la chiesa luterana del redentore e l'edificio del Patriarcato greco ortodosso.

Al di fuori della città vecchia, nei pressi della Zion gate ed appena oltre le mura, sull'altura denominata monte Sion, merita una visita un complesso di edifici realizzati sopra più antiche fondazioni che ospita: la tomba di Davide, venerato luogo di preghiera per gli ebrei che secondo la tradizione rappresenterebbe il luogo ove il cantore sarebbe sepolto; la cappella del cenacolo, l'ambiente ove sarebbe stata consumata l'ultima cena; la Chamber of the Holocaust, un memoriale alle vittime del genocidio nazista. Nelle vicinanze si trova la chiesa della dormizione di Maria in cui secondo la tradizione cristiana la Vergine morì o "cadde nel sonno eterno". Al di là della valle del Cedron ad est della città vecchia, sorge il Monte degli Ulivi, zona che, secondo la letteratura cristiana, ospita i luoghi che testimoniarono l'arresto e l'ascensione di Cristo: diverse chiese, basiliche e monasteri sono stati qui eretti a celebrazione di questi episodi. Dal punto panoramico posto sulla sommità del rilievo si gode una splendida visuale sulla città vecchia e sulla spianata del tempio e soprattutto di sera turisti e abitanti del luogo sono soliti venire sin quassù per ammirare il sole che tramonta dietro lo skyline e vedere Gerusalemme che piano piano cade nell'oscurità. La cosiddetta città nuova, seppur non paragonabile alla old city, presenta tuttavia dei siti che meritano interesse. Le principali vie commerciali e quelle in cui si concentra la vita notturna cittadina sono la Yafo street, la Ben Yehuda e la Mamilla Avenue su cui si affacciano negozi e ristoranti di ogni genere. Ad esse fa da contrappeso il quartiere di Me'a She'arim, un quartiere caratterizzato da vie strette e da numerose moschee che costituisce la roccaforte dell'ultra ortodossia ebraica e si presenta come un vero e proprio luogo fuori dal tempo. I suoi abitanti osservano rigorosamente i precetti religiosi e vestono come vestivano i loro antenati dell'europa centrale nel XVIII sec.: barbe fluenti, capelli lunghi con riccioli che scendono dalle tempie, abito nero con soprabito e cappello, vestiti lunghi e parrucche per le donne. Non può poi mancare una visita all'Israel Museum ormai divenuto un'istituzione di fama mondiale e che racchiude interessanti esposizioni di archeologia, di arte internazionale, di arte ebraica ed etnografia. Un ampio giardino arricchito con opere d'arte moderna a cielo aperto arricchise il complesso museale in cui spicca l'edificio denominato Shrine of the book (il santuario del libro) una costruzione a forma di coperchio di giara che al suo interno conserva i famosi rotoli del mar morto scoperti nel 1947 nelle grotte di Qumran, oltre che altri antichissimi manoscritti quali il codice di Aleppo o il rotolo di Isaia. Nelle vicinanze del museo si trova il Knesset, un edificio degli anni '60 che ospita il parlamento israeliano. Il limite occidentale di Gerusalemme è costituito dal Monte Herzl in cui si trovano i luoghi che rappresentano la storia più recente del popolo ebraico. Il Monte Herzl è il punto più alto di Gerusalemme ed è uno splendido parco dedicato alla memoria dei padri fondatori dello stato di Israele. A circa un chilometro di distanza sorge il vasto complesso dello Yad Vashem eretto in memoria dei milioni di ebrei sterminati dai nazisti ed in memoria di coloro che operarono per salvarli. Nel parco, oltre all'Holocaust History Museum, vi sono una serie di edifici e monumenti celebrativi: la Hall of names, un grande cono di vetro e zinco sospeso nel vuoto sul quale sono impressi volti e nomi delle vittime della Shoah; il Children's memorial, simbolico spazio sotterraneo dove una solitaria fiamma è riflessa da centinaia di specchi e una voce registrata legge i nomi dell'oltre un milione e mezzo di bambini deceduti nei campi di sterminio; la Sala della memoria, dove sono incisi i nomi dei campi di sterminio ed in cui una fiamma perpetua arde davanti alla cripta con le ceneri dei defunti; il Viale e il giardino dei giusti delle nazioni, percorsi creati a memoria di quei non-ebrei che a rischio della loro vita hanno tratto in salvo degli ebrei durante l'olocausto. La Valley of the communities ospita invece, incisi nella roccia, i nomi di cinquemila comunità ebraiche annientate dai nazisti.

Gerusalemme può essere la base ideale dalla quale effettuare alcune escursioni in interessanti luoghi posti a non molta distanza. Noleggiamo una vettura e ci dirigiamo verso est in direzione del Mar Morto. A circa due chilometri dalla sua sponda nord occidentale sorge il sito archeologico di Qumran. La sua fama è dovuta alle straordinarie scoperte effettuate in loco di numerosi manoscritti risalenti al I sec. a.C. che rivestono un grande interesse per lo studio della Bibbia. Nel 1947 un pastore beduino scoprì accidentalmente in una grotta un gran numero di manoscritti custoditi in giare di terracotta. Questo fu solo l'inizio di una serie di eccezionali ritrovamenti avvenuti nella grotte che costellano i rilievi desertici qui presenti. Gli scavi effettuati hanno poi messo in luce le rovine di un insediamento nel quale si era stabilita una numerosa comunità religiosa comunemente identificata con quella degli Esseni che si fecero fautori della restaurazione del giudaismo puro contro la sempre più profonda ellenizzazione culturale. Si trovano dei complessi edilizi che testimoniano la presenza di un fortino, di una sala delle riunioni, dello scriptorium, della cucina e di altri locali comuni. L'intero complesso era approvvigionato per mezzo di un elaborato sistema di canalizzazione delle acque. Il sito venne abbandonato una prima volta nel 31 a.C. forse in seguito ad un sisma, successivamente conobbe nuovo sviluppo fino a quando fu definitivamente distrutto dai romani nel 68 d.C. e ciò segnò l'abbandono del luogo da parte della comunità essena. In posizione elevata rispetto all'insediamento sono state scoperte una quarantina di grotte, undici delle quali contenevano i celebri rotoli del Mar Morto. Un percorso a piedi che si inoltra sul versante della montagna consente di accedere ad alcune grotte. Da qui proseguiamo in direzione sud costeggiando la riva occidentale del Mar Morto fino a raggiungere dopo una quarantina di chilometri Masada che conserva i resti di una spettacolare fortezza arroccata su un isolato altopiano roccioso di 400 mt. Il luogo è per Israele simbolo di libertà e di oppressione poichè qui avvenne nel 72 d.C. un imponente assedio da parte della legione romana al quale un migliaio di abitanti resistette per lungo tempo fino a quando, poco prima che le milizie prendessero la città, venne compiuto un tragico suicidio di massa. All'altopiano si accede tramite un faticoso sentiero serpeggiante oppure tramite la più comoda funivia. L'ingresso al sito avviene attraverso la snake path gate (porta orientale) e da qui si entra sulla enorme spianata. Lungo il percorso di visita si incontra: il quartiere degli ufficiali, con nuclei abitativi e cortili; l'edificio VIII, che esemplifica una tipica villa residenziale; i magazzini, vasto complesso di edifici adibiti a scorte di viveri e munizioni; il complesso delle terme, lussuosi ambienti fatti erigere da Erode secondo modelli romani; il palazzo settentrionale o palazzo di Erode, sontuosa residenza costruita su tre livelli di terrazze lungo lo sperone dell'altopiano; la sinagoga, edificio connesso alle mura della fortezza; la torre dei conciatori, destinata alla lavorazione del pellame; la chiesa bizantina, che ancora conserva pavimenti con mosaici; il palazzo occidentale; vasto complesso destinato ad usi cerimoniali e di rappresentanza; la piscina pubblica, da cui si gode la vista di quasi tutta la fortezza; l'area meridionale con diversi complessi abitativi ed edifici pubblici. Terminata la visita di questo impressionante sito ridiscendiamo a valle percorrendo l'impervio sentiero denominato snake path e ripresa l'auto puntiamo verso En Gedi un piccolo agglomerato urbano, caratterizzato anche dalla presenza di un'oasi, posto sulla sponda occidentale del Mar Morto. Decidiamo di trascorrere al mare alcune ore per trovare refrigerio dai 44 gradi di temperatura che opprimono la zona. L'esperienza di immergersi in queste acque poste a 400 mt. sotto il livello del mare nel punto più basso della terra (esperienza che già avevamo provato sulla sponda Giordana), è sempre molto suggestiva. L'alta salinità dell'acqua favorisce un elevato galleggiamento e una pressochè impossibilità di nuotare, attività peraltro non consigliata considerato che piccole quantità d'acqua che casualmente finiscano in bocca o negli occhi determinano sensazioni di bruciore fastidiosissime. La riva è ricca da formazioni saline e l'alta concetrazione di minerali disciolti nell'acqua crea riflessi surreali soprattutto al tramonto. Verso sera riprendiamo il viaggio e facciamo rientro a Gerusalemme.

La mattina successiva decidiamo di andare a visitare tre importanti luoghi che ufficialmente fanno parte dei cosiddetti Territori Palestinesi. Tali Territori comprendono la Cisgiordania (nota anche come West Bank) e la striscia di Gaza, zone a forte predominanza araba in parte di autonomia/amministrazione palestinese ed in parte sotto il controllo militare israeliano. Il transito dall'una all'altra zona, non consigliato con auto a noleggio, avviene attraverso dei check point aperti lungo la cosiddetta "muraglia di difesa", un muro di separazione tra lo stato ebraico e la Cisgiordania (circondante altresì tutta Gerusalemme) che in progetto misura circa 730 chilometri. Optiamo così per un bus di una compagnia palestinese che dalla stazione dei pullman di Gerusalemme ci porta a Betlemme, situata ad una ventina di chilometri di distanza in direzione sud. La cittadina in realtà non è particolarmente affascinante, ma rappresenta un fondamentale ponte tra il Vecchio e il Nuovo Testamento avendo dato i natali a re Davide e, mille anni dopo, a Gesù. Il luogo più simbolico per la religione cristiana è rappresentanto dalla Basilica della Natività il che la rende quindi una delle chiese più antiche del mondo. La struttura della basilica attuale è sostanzialmente quella di epoca giustinianea in cui si rimaneggiò la precedente costruzione costantiniana; oggi il luogo è diviso tra francescani, greci ortodossi e armeni che a turno celebrano i loro riti. L'esterno ha l'aspetto di una fortezza e la facciata mostra le tracce delle tre grandi porte bizantine. Una piccola porta lignea immette all'interno costituito da cinque navate spartite da colonne in pietra che recano ancora qualche traccia di decorazioni. Sotto la pavimentazione di epoca giustinianea, si trovano i resti dei mosaici pavimentali della antica basilica di Costantino. Dai lati del coro due porte in bronzo d'epoca crociata consentono di scendere nella grotta della natività (di pertinenza della chiesa greco ortodossa). Sotto l'altare della natività una stella d'argento a 14 punte fissata su una lastra di marmo indicherebbe il punto in cui nacque Gesù. Quasi di fronte vi è la grotta dei Magi (di pertinenza dei monaci francescani). A fianco della basilica, preceduta da un bel chiostro di epoca crociata, si trova la chiesa di Santa Caterina eretta sulle fondamenta di un antico monastero. Poco distante dalla basilica vi è la cosiddetta grotta del latte. Qui secondo la tradizione la Madonna si sarebbe rifugiata e mentre allattava il bambino alcune gocce caddero sulla pietra che da rossa divenne bianca. Le mura della grotta avrebbero così il potere di favorire l'allattamento. Terminata la visita di questo luogo concordiamo con un tassista del luogo un itinerario che ci porterà a visitare altri due importanti siti non molto distanti. La prima meta è Herodion un sito archeologico posto sulla sommità di un'altura ai confini del deserto della Giudea in cui si trova un grandioso complesso voluto da Erode il grande. Una doppia cinta muraria chiude i resti del palazzo da cui si domina il paesaggio circostante. Qui gli scavi hanno identificato non solo il Palazzo del regnante, ma anche il luogo in cui si troverebbe la sua sepoltura e quella di alcuni suoi famigliari. Il Palazzo, circondato da mura di difesa, da una torre circolare e da tre semitorri, ha una planimetria molto articolata e presenta un ampio cortile a croce centrale fiancheggiato da colonne, da un impianto termale e da altri edifici. Sotto il palazzo si trova la cosiddetta città bassa con un secondo palazzo costituito da ampie sale coperte a volta. Un lungo tunnel diretto verso la cima del monte attraversa due cisterne ed oggi conduce su un fianco dell'altura in corrispondenza del piccolo teatro che era qui eretto. Lasciamo Herodion e ci dirigiamo verso la seconda meta: Jericho. Nella depressione del Mar Morto a -240 mt. sotto il livello del mare, in un'area fertile ai margini del deserto di Giudea, sorge quella che viene considerata la più antica città del mondo. L'attuale cittadina moderna non ha nulla a che vedere con il glorioso passato di Jericho e non offre attrattive degne di nota. Unico luogo di rilievo è quello dove sorge un grande sicomoro che ricorda l'episodio dell'incontro di Cristo con il pubblicano Zaccheo. Ma a due chilometri dal centro attuale si trova il tell es-Sultan, ossia il luogo in cui sorgeva l'antichissima città conquistata da Giosuè. Gli scavi hanno rinvenuto un esteso insediamento neolitico con una massiccia torre in pietra risalente al 7000 a.C. in cui furono trovati dodici scheletri umani. A poca distanza da qui si trovano le rovine del Palazzo di Hisham, residenza degli Omayyadi, i primi discendenti di Maometto. I resti, tra cui un eccezionale mosaico pavimentale, lasciano ancora trasparire la magnificenza del luogo e sono una eccezionale testimonianza della prima architettura islamica. Sulle montagne che dominano la pianura di Jericho, raggiungibile con una teleferica, si trova il monastero greco ortodosso della quarantena. Qui secondo la tradizione cristiana si trovava il Monte delle Tentazioni in cui Gesù fu tentato per la prima volta dal diavolo. Ad una quindicina di chilometri di distanza da Jericho, su delle desolate alture, sorge il monastero di Nabi Musa che secondo la tradizione musulmana ospiterebbe la tomba di Mosè. Alla metà del XIII sec. uno sceicco mamelucco fece erigere sopra la tomba una cupola ed il cenotafio divenne presto meta di pellegrinaggi. La tomba è oggi coperta da un drappo verde e fa parte di un complesso di edifici che si sviluppano intorno ad un cortile centrale in cui è presente anche una moschea con minareto. Nel pomeriggio inoltrato facciamo rientro in pullman a Gerusalemme e da qui organizziamo il trasferimento verso la prossima destinazione.

Prendiamo uno sherut e raggiungiamo in poco più di un'ora Tel Aviv, la più grande città d'Israele che si estende per otto chilometri sulla costa mediterranea. La città, nata sostanzialmente solo un secolo fa, è il più importante centro culturale, industriale e commerciale del paese, nonchè luogo in cui l'industria del turismo e del divertimento in genere ha conquistato spazi sempre più ampi. La costruzione degli edifici della cosiddetta città bianca ebbe inizio solo nei primi decenni del secolo scorso per cui Tel Aviv è priva di vestigia che testimonino un suo passato. Può essere tuttavia interessante dedicare qualche ora alla visita del centro che può iniziare dalla Shalom tower, un edificio degli anni '60 che per oltre tre decenni è stato la costruzione più alta della città e dalla cui terrazza panoramica è possibile avere una visione d'insieme dell'urbe. Qui vicino corre l'alberato Sderot Rotschild, il viale più interessante di Tel Aviv su cui si affacciano numerose eleganti residenze private degli anni '20 e '30 del secolo scorso. Da segnalare la Indipendence Hall, la sala dalla quale Ben Gurion nel 1948 proclamò la nascita del nuovo stato di Israele. Il viale incrocia rehov Shenkin, una della vie più vivaci della città in cui si trovano piccoli caffè, ristoranti e negozi stile alternativo-chic. La parte più suggestiva di Tel Aviv rimane comunque il lungomare che, soprattutto nel tratto centrale, è stato trasformato in una elegante passeggiata sulla quale torreggiano alberghi di lusso, bar e ristoranti. Questa zona, sempre animatissima e di particolare richiamo per la vita notturna, è diventata uno dei luoghi di ritrovo più frequentati della città. Altrettanto animata è la lunga spiaggia sabbiosa che fiancheggia il lungomare sulla quale i residenti e i turisti trascorrono le ore della giornata nuotando, giocando, praticando sport o rilassandosi nei chioschi e nei bar qui presenti. Dal centro della città moderna è possibile passeggiare sul lungomare fino ad arrivare a Giaffa, ormai inglobata nel tessuto urbano di Tel Aviv. Prima di raggiungere il promontorio su cui si adagia la Old Jaffa, si passa davanti alla Hassan Bek mosque, moschea ottomana con un alto minareto. Giaffa è un luogo affascinante in cui è possibile passeggiare in quartieri ricchi di botteghe artigiane e di gallerie d'arte ed in cui si possono visitare gli scavi archeologici con le vestigia dell'insediamento antico. Per chi giunge da Tel Aviv l'ingreso alla città vecchia di Giaffa è segnato dalla torre dell'orologio, un monumento ottomano risalente al 1906. A poca distanza si apre il Suq HaPishpeshim, il mercato delle pulci nato alla fine dell'800 tra gli ombreggiati vecchi vicoli della città. Qui una miriade di minuscole botteghe offrono ogni tipo di mercanzia. Una zona altrettanto suggestiva è quella denominata Gan Hapisga che si distende sulla cima della collina di Giaffa e dal cui parco è possibile ammirare in distanza il lungomare della Tel Aviv moderna. Nelle vicinanze vi è l'archaeological garden dove gli scavi hanno portato alla luce le mura della cittadella degli Hyksos, alcuni edifici cananei, resti di epoca ellenistica e tracce di insediamenti romani. Sulla sommità della collina si trova la chiesa francescana di S. Pietro eretta nel 1650 sulle fondazioni della fortezza crociata. Da qui in un dedalo di viuzze della vecchia città ellenistica si scende verso il porticciolo dominato da un piccolo faro.

Scendono le ombre della sera ed è ora di far ritorno nella Tel Aviv moderna. Da qui una corsa in pullman e poi in treno ci porta all'aeroporto internazionale dal quale con un volo notturno via Zurigo facciamo rientro in Italia.

GALLERIA VIDEO FOTOGRAFICA

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0007 Akko - Baha'i Garden
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0008 Akko - Baha'i Garden
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0009 Akko - Cittadella Crociata
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0010 Akko - Cittadella Crociata
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0012 Akko - Cittadella Crociata
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0014 Akko - Cittadella Crociata
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0015 Akko - Moschea
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0020  Tiberiade
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0021 Tabgha
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0022 Tabgha
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0023 Tabgha
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0024 Tabgha
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0025 Tabgha
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0026  Cafarnao
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0030  Cafarnao
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0031  Monte Delle Beatitudini
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0032  Monte Tabor
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0062  Lago Di Tiberiade
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