GUATEMALA
(Agosto 2015)

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"Gli antichi resoconti di viaggio diventeranno 
  preziosi come le più grandi opere d'arte, perchè sacra 
     era la terra sconosciuta e non può mai più esserelo"
                           (Elias Canetti)

ITINERARIO DEL VIAGGIO

Il Guatemala, in via di continuo risollevamento dopo 30 anni di guerra civile, offre uno spaccato dell'America centrale: cuore della antica cultura maya, alti ed attivi vulcani, imponenti rovine precolombiane, cultura e folklore locali che si fondono con riti maya-cattolici, vestigia del periodo coloniale, paesaggi naturali in parte ancora incontaminati, fanno di questa nazione una meta capace di soddisfare ogni aspettativa del viaggiatore.

Con un volo Lufthansa (Airbus 380) da Francoforte, via Houston, raggiungiamo a sera inoltrata l'aeroporto La Aurora di Guatemala City. Una corsa in taxi di circa un'ora ci porta ad Antigua da dove inizieremo la scoperta di questo paese. Ex capitale dello stato, Antigua, dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità, rappresenta una tappa irrinunciabile per il visitatore: le chiese e gli edifici coloniali in parte ristrutturati ed in parte ancora permeati dal loro antico fascino, le facciate color pastello delle basse abitazioni che si affacciano sulle vie acciottolate, i colorati mercati in cui si affaccendano i venditori di prodotti tradizionali e lo spettacolare panorama costituito dall'incombente figura dei tre vulcani che circondano la cittadina (Agua, Acatenango e Fuego), fanno di questo luogo un perfetto soggetto da cartolina. La visita comincia dal Cerro de la Cruz, una collina da cui può ammirarsi Antigua dall'alto e a cui fa da contr'altare l'imponente figura del vulcano Agua sullo sfondo. Discendeno a piedi il pendio ed addentrandosi per le vie del centro si iniziano a scoprire le innumerevoli chiese in stile coloniale ed ispanico-barocco che costellano la cittadina. Troviamo l'Iglesia de la Candelaria con le sue sinuose colonne; il Templo de Santa Rosa de Lima con la sua elaborata facciata; il Convento de las Capuchinas che dà una idea di come vivevano le suore cappuccine che qui gestivano un orfanotrofio ed un ospedale femminile; la Iglesia del Carmen con il suo adiancente colorato mercato dell'artigianato e il Convento de Santa Teresa in passato utilizzato come prigione. Poco oltre si incontra la raffinata e ben conservata Iglesia de Nuestra Senora de la Merced con il suo colore giallo vivace, i suoi bianchi decori e la sua torre campanaria. Da qui si imbocca la centrale 5A Avenida su cui si trova il famoso mercato dell'artigianato Nim Po't ed il suggestivo Arco de Santa Catilina che con la sua sua campata attraversa da un lato all'altro la via. Centro nevralgico di Antigua è il Parque Central, piazza principale della cittadina che pulsa di vita e di attività. Ai lati della piazza si ergono alcuni significativi edifici storici come il Palacios del los Capitanes Generales, risalente al 1558, che per circa due secoli è stato il centro governativo di tutto il centro America; la Catedral de Santiago principale chiesa di Antigua risalente alla metà del XVI sec. ed oggi in parte restaurata dopo il terremoto del 1773 che la danneggiò quasi interamente; il Palacio del Ayuntamento edificio a doppia arcata risalente al XVIII sec. Poco distante si trova il Museo de Arte Colonial che espone dipinti e sculture lignee di artisti del periodo coloniale. Passeggiando per le vie acciottolate su cui si affacciano in un continuo susseguirsi basse abitazioni con le facciate dai colori pastello, ci si imbatte ad ogni angolo in uno degli edifici storici o in una delle chiese coloniali che sono sparsi un po' ovunque per la città. Incontriamo la Iglesia y Convento de la Recolecion i cui resti facenti parte dell'antico monastero testimoniano la devastazione che procurò il terremoto del 1773; la Iglesia y Convento de Santo Domingo che in passato fu il più grande e ricco monastero di tutta Antigua; l'Iglesia de San Francisco in cui ancora sembra aleggiare lo spirito di Santo Hernano Pedro de San Josè de Bethancourt, un monaco francescano molto venerato che fondò un ospedale per i poveri; l'Iglesia y Convento de Santa Clara con i resti della sua facciata lavorata e con nicchie ad arco lungo la sua navata che fungevano da confessionali.

Il Guatemala è terra di vulcani (di cui almeno tre attivi) e da Antigua può essere facilmente organizzata una ascesa giornaliera ad uno di essi che si trova a circa un paio di ore dalla città. Ci dirigiamo dunque verso il vulcano Pacaya e dal villaggio di Santa Maria de Jesus, ultimo centro abitato situato in quota, partiamo per l'ascesa. Con circa un'ora e mezza di cammino lungo i ripidi sentieri dai quali si può ammirare da un lato la caldera che ospita il lago Amatitlàn e dall'altro versante i vulcani Acatenango e Fuego (che in quel momento era in fase di attività), si raggiunge a 2250 mt. la base del suo cono. Una sterminata distesa di lava nera, frutto in parte dell'eruzione del 2010 e di altre precedenti eruzioni, dà l'idea della potenza di questo vulcano ed il calore del sottosuolo è ancora percepibile camminando sullo spesso strato di pomice tagliente che ricopre il terreno o infilando nella cavità delle rocce dei pezzi di cibo che vengono riscaldati in pochi secondi. Ai lati della distesa di lava, lungo i pendii dell'antica caldera si trova una lussureggiante vegetazione il cui verde vivace contrasta con il sinistro grigiore del campo lavico.

Dopo alcuni giorni spesi nella suggestiva Antigua, che può essere girata comodamente a piedi, noleggiamo un macchina e proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta della regione delle Highlands. Percorriamo un tratto della strada Panamericana e facciamo rotta verso Chichicastenango con il suo famosissimo mercato domenicale. La cittadina, circondata da valli e da montagne che chiudono alla vista l'orizzonte, sembra isolata nel tempo e nello spazio: le sue strette vie pavimentate, i tetti di tegole rosse spesso avvolti nella foschia mattutina, le confraternite che periodicamente camminano in processione e i cerimoniali risalenti al periodo pre-cristiano, le conferisco un'atmosfera misteriosa e quasi mistica. La città esplode però letteramente di vita e di attività durante il mercato che si tiene nei giorni di domenica e giovedì, allorquando centinaia e centinaia di venditori, anche provenienti da luoghi distanti ore di cammino, si affollano lungo le anguste vie che fiancheggiano la piazza centrale. Colori vivaci, persone in abiti tradizionali e mercanzia di ogni genere che va dai prodotti ortofrutticoli, ai fiori, all'artigianato, ai tessuti, alle ceramiche e ai prodotti di uso quotidiano, occupano ogni centimetro dei vicoli su cui si estende il mercato e qui è immancabile spendere alcune ore a curiosare tra le varie bancarelle. Su un lato della piazza centrale si erge la bianca Iglesia de Santo Tomàs sulla cui scalinata si accalcano i venditori di fiori e si svolgono riti che affondano le loro radici nella cultura maya. Sull'altro lato si trova invece la Capilla del Calvario simile alla chiesa di Santo Tomàs, ma in versione minore e meno ricca. Dopo aver trascorso mezza giornata girovagando in questo vivacissimo mercato, ci dirigiamo su una piccola collina posta a sud della città: qui si trova il Pascual Abaj, un luogo cerimoniale dedicato alla divinità maya Huyup Tak'ah, ove gli abitanti del luogo sono soliti portare offerte e svolgere riti ancestrali.

Da Chichicastenango ritorniamo sulla strada Panamericana per percorrerla fino al bivio che conduce a Panajachel un centro urbano di contenute dimensioni che non offre in sè particolari attrattive, ma che con le sue strutture ricettive, i suoi bar, i suoi ristoranti e i suoi negozi costituisce il principale centro turistico per la visita del Lago Atitlàn e dei suggestivi paesini costieri che si affacciano sulle sue sponde. Il Lago Atitlàn ha avuto origine da una massiccia eruzione che avvenne 85000 anni fa e le cui ceneri costituirono il fondale nel quale confluirono le acque che oggi formano questo vasto e suggestivo specchio d'acqua. Il panorama che si gode dalle sue sponde è in effetti spettacolare: pescatori su piccole imbarcazioni di legno solcano le verdi acque, donne indigene in abiti tradizionali lavano i panni sulle rive, fertili colline si stagliano tutt'intorno e i coni dei vulcani Atitlàn, Tolimàn e San Pedro dominano l'orizzonte. La principale attività turistica da organizzare in questo luogo è la navigazione sul lago per la visita dei villaggi che puntellano le sue coste. Contrattiamo con un barcaiolo il noleggio di una barca per l'intera giornata ed iniziamo il nostro giro. Primo paesino che incontriamo è Santa Cruz La Laguna una pittoresca località abbarbicata sui declivi del lago a poca distanza da Panajachel. Il vicino agglomerato di San Marcos La Laguna, da molti considerato il più suggestivo tra gli insediamenti del lago, ospita una grande comunità maya che occupa la parte alta del paese, mentre i visitatori ed in genere gli altri abitanti sono soliti girovagare lungo i sentieri che snodandosi tra piante di banane, avocado e caffè, costeggiano il lago. San Marcos, ritenuto un luogo permeato da particolare energia mistica, è anche una rinomata meta di meditazione ed altre attività spirituali. Affacciato su una suggestiva laguna, San Juan La Laguna è a sua volta un piccolo centro caratterizzato da una estrema tranquillità e per tale ragione viene scelto come meta da diversi viaggiatori che qui possono immergersi nella vita indigena dei residenti o dedicarsi allo studio della lingua spagnola presso le varie scuole qui presenti. Per quanto riguarda l'aspetto artistico e tradizionale il paesino è rinomato per la tessitura e per la pittura, come del resto testimoniano i murales diffusi per le vie del centro. A circa due chilometri si trova San Pedro La Laguna che si sviluppa sulla piccola penisola situata alla base dell'omonimo vulcano. E' uno dei centri lacustri tra i più visitati a causa delle sue sistemazioni economiche e della sua amena posizione. Mentre lungo le rive del lago si trova la maggior parte della vita e delle attività del paesino, sui declivi delle colline circostanti i ritmi quotidiani sono scanditi da un ritmo più tranquillo che si concentra soprattutto sulla raccolta, sulla essiccazione e sulla lavorazione dei semi del caffè. Sulla costa opposta a Panajachel, in una insenatura sovrastata dai vulcani Tolimà e San Pedro si trova il villaggio di Santiago Atitlàn ove risiede la più grande delle comunità del luogo con la più spiccata identità indigena. Qui molte donne e uomini indossano ancora gli abiti tradizionali ricchi di colori e ricami e le strade del centro sono un susseguirsi di botteghe che offrono le produzioni artigianali del luogo. Santiago ospita il culto di una figura alquanto enigmatica venerata come una vera e propria divinità. Questa figura è quella di "Maximòn", una sorta di statua lignea vestita elegantemente, con cravatta e doppiopetto, abiti sgargianti, due cappelli in testa e talvolta con degli occhiali da sole. Le persone illustri del villaggio, generalmente un membro di una "cofradia" (consigli degli anziani), si alternano nell'ospitare la statua alla quale dedicano per un anno intero una stanza della loro abitazione che diventa luogo di continuo pellegrinaggio. La gente nutre "Maximòn" tutta la notte, offrendogli doni, cibo, candele, sigari e liquore. Nel centro di Santiago si trova poi la Iglesia Parroquial Santiago Apostol costruita dai francescani a metà del XVI sec.

Trascorsi un paio di giorni in questa suggestiva zona delle Highlands, lasciamo Panajachel per proseguire il nostro viaggio. Lungo la strada, dopo circa 10 chilometri, attraversiamo Sololà piccola cittadina che ospita anch'essa un coloratissimo e vivo mercato settimanale nelle vie e nella piazza limitrofi alla bella cattedrale. Imboccata nuovamente la Panamericana, in circa due ore di viaggio raggiungiamo Quetzaltenango, seconda città del Guatemala posta ad oltre 2300 mt. di quota. Capoluogo dell'omonima provincia, situata su un vasto piano circondato da colline e vulcani, la città conserva vecchie tradizioni che si fondono con il suo passato coloniale: quando la zona fu abbandonata dagli spagnoli subentrò una comunità tedesca e questo avvicendamento è ancora visibile nella sua struttura architettonica urbana che richiama elementi financo di carattere gotico. "Xela" (così viene localmente chiamata dai suoi abitanti) prosperò nel XIX sec. in concomitanza con il boom del caffè ed ancora oggi è una cittadina commercialmente dinamica grazie anche alla sua posizione all'intersezione delle strade che conducono in Messico, a Guatemala City e verso la costa pacifica. Piazza e nucleo principale della città è il Parque Centro Amèrica, disegnato nella sua versione originale, verso la metà del 1800, dall'architetto italiano Alberto Porta. Su questa vasta piazza sorgono e si affacciano i principali monumenti ed edifici storici della città: troviamo the Kiosk una "rotonda" eretta con colonne ioniche dedicata al compositore Rafael Alvarez Ovalle; il Pillar una stele dedicata a Justo Rufino Barrios, presidente che nel XIX secolo trasferì le terre dai maya ai proprietari delle piantagioni di caffe'; la Casa de Cultura edificio che oggi ospita il museo di storia naturale; la Iglesia de Espiritu Santo con la sua facciata riccamente ornata che segna il punto in cui sorgeva la costruzione originale risalente al 1532; la Municipalidad il palazzo del municipio ricostruito dopo il terremoto del 1902; l'Edificio Rivera anch'esso rinnovato dopo il sisma; il Pasaje Enriquez una imponente arcata in stile fiorentino che dà ingresso ad una galleria in cui si trovano negozi, bar e ristoranti. Poco fuori dal centro si trova l'ombreggiato e verde Parque Benito Juàrez nei cui pressi si tiene un importante mercato cittadino e verso la periferia della città si erge il Templo de Minerva edificio in stile neoclassico eretto dal dittatore Estrada Cabrera in onore della dea romana.

Al termine di questi giorni dedicati alla visita della regione delle Highlands, facciamo rientro ad Antigua per organizzare il trasferimento nel confinante stato dell'Honduras in cui ci tratterremo un paio di giorni per visitare un interessantissimo sito archeologico maya (vedi resoconto di viaggio: Honduras).

Rientrati in Guatemala, con un lungo trasferimento in bus ci dirigiamo verso la regione che si affaccia sulla costa caraibica. Raggiungiamo Puerto Barrios importante e sostanzialmente unico sbocco commerciale del paese sull'Atlantico. La cittadina portuale non ha nulla da offrire al visitatore, ma costituisce il principale punto di partenza per raggiungere via mare, con circa un'ora di navigazione, l'interessante insediamento di Livingston. Questa è una zona molto caratteristica del paese, con un panorama costituito da una ricca vegetazione di palme ed abitato da marinai di diverse nazionalità, oltre che da un peculiare gruppo etnico, con una propria lingua, che qui si è stabilito: i Garìfuna, discendenti di abitanti della zona caraibica che nel XVII si mischiarono con genti provenienti dalle coste dell'Africa occidentale (principalmente schiavi trasportati verso le Americhe su navi che naufragarono nei Caraibi). Livingston è sostanzialmente priva di collegamenti via terra con il resto del Guatemala e pur non possedendo particolari attrattive architettoniche, può comunque essere un luogo ove spendere un paio di giorni per riposarsi, per apprezzare il particolare aspetto etcnico che qui si concentra e per effettuare alcune piacevoli escursioni nei dintorni. A circa mezzora di barca si trovano Los Siete Altares, una serie di piscine naturali e di cascate di acqua dolce che si raggiungono tramite un sentiero che dalla spiaggia si addentra nella foresta. Fiancheggiando il corso d'acqua si arriva con circa 30 minuti di cammino alla pozza principale in cui è possibile immergersi per una nuotata ristoratrice. Con altri venti minuti di navigazione si incontrano lungo la costa alcune spiagge tra cui la più rinomata è Playa Blanca, caratterizzata da un palmeto, da una limitrofa laguna con mangrovie e da alcuni semplici servizi ricreativi. Livingston è posta in prossimità della foce del Rio Dulce il fiume che connette il grande Lago Izabal con la costa caraibica. La navigazione su questo corso d'acqua rappresenta un must per chi si trova in questa regione. Prendiamo quindi una imbarcazione e risaliamo il fiume percorrendo il tratto che va dalla sua foce fino a Rio Dulce Town, posta in prossimità del Lago Izabal. Durante il sinuoso tragitto in barca è possibile ammirare la lussureggiante vegetazione che ricopre i ripidi pendii della valle scavata dal fiume ed avvistare un gran numero di specie avicole.

Trascorriamo una notte sul fiume in un semplice hotel costruito su una serie di palafitte ed il giorno dopo da Rio Dulce Town, centro urbano che non offre attrattive di rilievo, partiamo con un "chicken bus" (sgangherati bus pubblici su cui si viaggia stipati all'inverosimile e che almeno una volta bisogna provare anche solo come curiosa esperienza di viaggio) in direzione nord per raggiungere El Petèn, la regione più settentrionale del paese. Dopo circa cinque ore arriviamo a Flores, città-isola situata sul Lago de Petèn Itza. La cittadina, di dimensioni molto contenute, ha un aspetto decisamente accogliente con le sue casette color pastello che, discendendo dalla piazzetta principale in cui è situata la chiesa, giungono fino alle sponde del lago. Qui un susseguirsi di ristorantini e piccoli hotel con terrazze ombreggiate fiancheggiano la strada su cui verso sera si affollano turisti ed abitanti del luogo per passeggiare o per mangiare presso i chioschetti allestiti sulla passeggiata lungo-lago. Un ponte di circa 500 mt. collega Flores con Santa Elena, la parte più commerciale e moderna di questo insediamento urbano. Oltre che costituire un luogo decisamente rilassante ove passeggiare ed effettuare gite in barca sul lago, Flores è il punto di partenza per la visita del sito archeologico maya più importante di tutto il Guatemala: Tikal. Alle quattro del mattino partiamo da Flores per raggiungere l'ingresso del Parco Nazionale di Tikal e giungere in tempo utile per poter vedere l'alba dalla cima della piramide denominata Templo IV alta ben 65 mt. Raggiunta la sommità accessibile della struttura mentre il sito è ancora immerso nelle tenebre, ci sediamo in rispettoso silenzio per attendere l'arrivo dei primi chiarori. Piano piano dalla nebbia mattutina iniziano ad emergere tra le chiome della fitta giungla sottostante le cime di altre piramidi gradinate mentre le scimmie urlatrici iniziano a far rieccheggiare i loro assordanti versi. Pappagalli e tucani cominciano a fondere i loro richiami in una cacofonia di stridii continui, pian piano la giungla si risveglia ed il tutto compone un caleidoscopio di suoni e colori che sembra portare fuori dal tempo. Dopo aver assistito allo spettacolo dell'alba iniziamo la visita di questo spettacolare sito dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Il percorso inizia dalla Gran Plaza su cui si affaccia lo splendido Templo I (tempio del gran giaguaro) ed il Templo II su cui è possibile salire per avere una visione dall'alto della piazza. Sul lato nord si trova l'Acropolis del Norte in cui sono state ritrovate oltre 100 strutture risalenti fino al 600 a.C. e sul lato sud sorge l'Acropolis del Sur sovrastata da un palazzo risalente al periodo tardo-classico eretto su strutture di almeno un milennio precedenti. Passeggiando per il vasto sito nel quale si percorrono a piedi non meno di 10 km., si trovano altri complessi architettonici quali la Plaza de Los Siete Templos con i suo sette templi che si affacciano su una erbosa piazza affiancata da palazzi e da un triplo campo per il gioco della pelota; El Mundo Perdido un complesso che conta 38 strutture con in mezzo una piramide ben restaurata; il Complesso N e il già nominato Templo IV la più alta piramide di tutto il sito e la seconda (dopo La Danta a El Mirador) di tutti gli edifici precolombiani dell'emisfero occidentale. E poi ancora il Templo III, il ripidissimo e ben conservato Templo V per finire con il Templo VI un po' defilato e totalmente immerso nella giungla.

Esaurita la giornata spesa per la visita di questo straordinario sito, facciamo rientro a Flores ed il giorno dopo effettuiamo un lungo trasferimento in pullman fino al confinante stato del Belize in cui ci tratterremo per circa una settimana (vedi resoconto di viaggio: Belize).

Rientrati nuovamente a Flores dove spendiamo ancora una notte, organizziamo il trasferimento verso sud per raggiungere altre mete di interesse del paese. Raggiungamo così Sayaxchè posta sul Rio de la Pasion. Sebbene non possieda alcuna attrattiva turistica (la cosa più interessante da fare è vedere una sgangherata chiatta che fa la spola da una sponda all'altra del fiume per trasportare auto e camion), la cittadina è il centro urbano più vicino ad una decina di siti archeologici, più o meno scavati e più o meno accessibili, presenti nella zona. Decidiamo di visitare il sito di Ceibal posto a circa un'ora di macchina, su strada sterrata, o in alternativa ad un'ora di lancia se si decide di risalire il fiume. Ceibal ebbe una notevole importanza strategica e commerciale intorno al IX sec. d.C. dopo di che venne abbandonata e cadde presto in rovina. Attualmente le strutture scavate sono poche sebbene il sito originariamente fosse decisamente ampio. Oggi è possibile ammirare la ben restaurata piramide A-3, nella piazza sud, intorno alla quale vi sono diverse stele riccamente scolpite con bassorilievi. Effettuando una camminata lungo il scivoloso sentiero che si snoda nella giungla si possono raggiungere altri gruppi di edifici che tuttavia sono ancora sotterrati o interamente ricoperti dalla vegetazione. Rientrati a Sayaxchè prendiamo un altro chicken bus e in circa sei ore di viaggio raggiungiamo Cobàn posta quasi 200 km. più a sud nella montuosa regione dell'Alta Verapaz. A parte la Cattedrale posta all'estremo della Plaza Central, il palazzo della Municipalidad, il Central Market che si snoda nelle vie dietro la chiesa ed il suggestivo Templo del Calvario, posto sulla sommità di un colle al termine di una ripida gradinata, Cobàn non offre altre attrattive di rilievo, ma può costituire una buona base per effettuare una serie di escursioni di carattere naturalistico. Tra queste non può essere perso lo spettacolare parco nazionale di Semuc Champey. A circa tre ore di viaggio da Cobàn, alla fine di una strada sterrata in cattive condizioni, questo sito è famoso per il suo ponte naturale di roccia calcarea lungo 300 mt. sotto il quale scorre il Rio Cahabon, mentre la parte superiore è costituita da una serie degradante di piscine naturali di acqua turchese nelle quali è possibile fare il bagno. In sostanza il Rio Cahabon ad un certo punto si insinua sottoterra, scorrendo al di sotto di uno strato calcareo, per poi sboccare nuovamente 300 mt. più a valle. L'acqua proveniente dalle ripide colline circostanti va invece ad alimentare le pozze d'acqua che si trovano al di sopra dello strato di calcare creando piscine discendenti che conferiscono al luogo uno straordinario impatto visivo apprezzabile soprattutto dal Mirador, un punto situato su un versante delle propicienti lussureggianti colline, dal quale è possibile ammirare dall'alto il sito. Trascorriamo qui l'intera giornata nuotando di pozza in pozza ed effettuando dei trekking nella rigogliosa giungla circostante. Lungo la strada che conduce a Semuc Champey si trova un altro luogo che merita una visita: si tratta delle Grutas de Lanquin, un sistema di grotte che si estende per diversi chilometri (in parte solo mappati, ma non esplorati) di cui è possibile esplorare alcune centinaia di metri. Essendo al momento prive di illuminazione, la loro visita viene effettuata con l'ausilio di semplici candele, ma la loro fioca luce e la scivolosità del terreno, rendono l'accesso piuttosto difficoltoso. Le grotte presentano stalattiti e stalagmiti spesso indicate, a causa della loro somiglianza, con nomi di animali ed inoltre all'interno risiede una vasta colonia di pipistrelli che in prossimità del tramonto fuoriescono in gran numero dall'imboccatura creando un sensazionale effetto nuvola che oscura il cielo. Dalla base della grotta sgorga anche un torrente di acqua fresca nel quale è possibile bagnarsi. Un'altra escursione naturalistica che è possibile effettuare da Cobàn è quella che porta, con un'ora di macchina, al Biotopo del Quetzal, una riserva naturalistica posta in quota nella quale vi sono alcuni sentieri che si snodano all'interno della fitta foresta pluviale e che consentono di ammirare secolari piante epifite ricorperte da densissimo muschio. All'alba, quando i pendii e le cime degli alberi sono ancora avvolti dalla nebbiolina mattutina, è possibile avvistare il quetzal, uno splendido uccello dal lungo e coloratissimo piumaggio che era sacro ai maya e che in tempi più moderni, oltre ad essere rigorosamente protetto, ha dato il nome alla moneta guatemalteca.

Dopo alcuni giorni trascorsi in questa regione riprendiamo un chicken bus e con un trasferimento di circa sei ore raggiungiamo Città del Guatemala, capitale dello stato. Per quanto le recensioni non attribuiscano a questa città particolare rilievo, la sua visita si è al contrario rivelata molto interessante e senza dubbio merita spendere qui non meno di due/tre giorni. Prendiamo sistemazione in un hotel situato nella Zona 10, anche denominata "Zona Viva" per il fatto che qui si trovano i migliori alberghi della città, un gran numero di ristoranti, pubs, negozi, centri commerciali e locali di intrattenimento. Si tratta anche della zona più sicura e tranquilla, considerando il fatto che la capitale non gode certo di una buona reputazione dal punto di vista della sicurezza urbana. Il vero cuore della città è rappresentato però dalla centrale Zona 1 in cui si concentrano le principali attrattive storico/architettoniche della capitale. Qui troviamo il Parque Central (Plaza de la Constituciòn) una vasta piazza con al centro una grande fontana, tipica degli schemi urbani coloniali, destinata alle parate militari e alle cerimonie. Su questa piazza si affaccia l'imponente Palacio Nacional de la Cultura, il palazzo presidenziale costruito alla fine degli anni '30 del secolo scorso che evidenzia un mèlange di stili che vanno dal rinascimento spagnolo al neoclassico. Su un altro lato della piazza si trova la Catedral Metropolitana, eretta verso la fine del XVIII sec., con le sue pesanti proporzioni che ne gravano un po' l'aspetto strutturale. Alle spalle della cattedrale ed in parte sotto di essa si trova il Mercado Central che si sviluppa al di sotto del piano strada ed ospita sia un gran numero di negozietti dediti alla vendita di produzioni artigianali, sia bancarelle di prodotti ortofrutticoli. Passeggiando per le stradine che ortogonalmente circondano il Parque Central si incontrano una serie di edifici religiosi che meritano una breve visita: tra queste l'Iglesia de la Recolecciòn con la sua facciata neoclassica fiancheggiata da due torri; l'Iglesia de San Sebastian di color giallo brillante, ma di aspetto un po' tozzo; il Santuario de Nuestra Senora de Guadalupe con la sua cupola azzurra sormontata da una sorta di corona. Sempre dal Parque Central, procedendo verso sud si percorre la 6A Avenida (Paseo de la Sexta) una via pedonale interamente fiancheggiata da negozi, bar e ristoranti molto frequentata dai locali e su cui spesso si trovano gruppetti di suonatori di musica tradizionale. Su questa avenida si affaccia il caratteristico Paseo Rubio, una piccola galleria commerciale al cui interno si trova tra l'altro "El Portal" una antica e caratteristica birreria in cui è d'obbligo fare una sosta ristoratrice. Procedendo verso sud si superano alcune chiese ed altri edifici di interesse architettonico quali la Iglesia de San Francisco, la Parroquia Nuestra Senora de los Remedios e la Tipografia Nazionale. Si giunge infine nella trafficata Plaza Barrios, capolinea dell'efficiente linea di bus metropolitani Transmetro il mezzo più veloce e sicuro per collegare il centro con le Zone 10 e 13 poste a sud della città. Anche la Zona 4 (Centro Civico) merita una breve passeggiata: questo è il cuore commerciale della capitale in cui trovano sede una serie di grandi edifici istituzionali quali il bizzarro edificio del Banco de Guatemala con sculture in rilevo sulla sua facciata, la Municipalidad de Guatemala che all'interno contiene un grande mosaico e il Palacio de Justicia. Per avere poi un quadro storico e tradizionale del paese, è imperdibile una visita ad alcuni musei della città situati nelle Zone 10 e 13. Troviamo difatti il Museo Popul Vuh che conserva statuine e figure pre-ispaniche, urne funerarie, maschere ed altri manufatti della cultura maya, tessuti, pitture e statue lignee del periodo coloniale. In un edificio limitrofo ha sede il Museo Ixchel che ospita una vasta collezione di tessuti, costumi tradizionali ed altri manufatti indigeni soprattutto delle Highlands. Infine il Museo Nacional de Arqueologìa y Etnologìa che contiene la più vasta esposizione del paese di antichi manufatti maya.

La nostra vacanza volge ormai al termine ed è giunto il momento di raggiungere l'aeroporto cittadino. Con un volo di primissimo mattino partiamo alla volta di Houston e da qui un altro volo ci porterà prima a Francoforte e infine in Italia. Una vacanza ricca di avventura, folklore e cultura i cui unici punti deboli sono stati rappresentati dalla cucina, piuttosto monotona e ripetitiva, e dai trasporti pubblici, poco affidabili dal punto di vista degli orari, lenti e piuttosto scomodi.

GALLERIA VIDEO FOTOGRAFICA

001 Antigua
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002 Antigua
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003 Antigua
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004 Antigua
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005 Antigua
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006 Antigua
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010 Antigua
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025 Antigua
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026 Antigua
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027 Antigua
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028 Volcan Pacaya
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029 Volcan Pacaya
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030 Volcan Pacaya
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031 Volcan Pacaya
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032 Volcan Pacaya
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033 Volcan Pacaya
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034 Volcan Pacaya
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035 Chichicastenango
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036 Chichicastenango
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037 Chichicastenango
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040 Chichicastenango
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041 Chichicastenango
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042 Lago Atitlan
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045 Lago Atitlan
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046 Lago Atitlan
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047 Lago Atitlan
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048 Lago Atitlan
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049 Lago Atitlan
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050 Lago Atitlan
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051 Lago Atitlan
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052 Lago Atitlan
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053 Lago Atitlan
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055 Lago Atitlan
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056 Lago Atitlan
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057 Lago Atitlan
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063 Quetzaltenango
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086 Los Siete Altares
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091 Playa Blanca
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115 Tikal
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