"La vita è un grande campo da coltivare. Viaggiare, è seminarvi la diversità della Terra. Viaggiare, è abbellirlo dei colori del mondo". (Lesven)ITINERARIO DEL VIAGGIO
L'arcipelago delle Filippine è formato da tre principali gruppi di isole: Luzon a nord, Visayas al centro e Mindanao a sud. Oltre 7000 isole fanno complessivamente parte di questo arcipelago che offre un mosaico di attrattive in grado di soddisfare tutti i gusti: dal caos frenetico di Manila, alle tribù di montagna di North Luzon, ai villaggi ed alle tradizioni di Mindanao, ogni viaggiatore potrà trovare un'isola ove appagare le proprie aspettative. In questo nostro primo viaggio nelle Filipppine abbiamo scelto di far tappa nelle Visayas che forse incarnano l'immagine più emblematica di questo paese, ossia quella di meravigliose spiagge punteggiate di palme ed orlate da un candido anello di sabbia oltre il quale si apre un mare blu su cui piccole imbarcazioni a bilanciere navigano in un labirinto di suggestivi paesaggi marini.
Da Roma, con Alitalia, raggiungiamo Seoul, capitale della Corea del Sud ed avendo una giornata intera in attesa del prossimo volo, dedichiamo una breve visita a questa città (vedi resoconto di viaggio: S. Corea: Seoul).
Ritornati in aeroporo, un volo Airasia ci porta a Cebu City (principale centro dell'omonima isola) dove atterriamo nel cuore della notte. Per ottimizzare i tempi prendiamo subito dall'aeroporto una corsa nottura in taxi che in circa due ore ci porta verso nord fino ad Hagnaya, piccolo porto situato sulla punta settentrionale di Cebu da cui partono le imbarcazioni e i traghetti per le isole vicine. Arriviamo giusto in tempo per prendere il primo ferry mattutino per la nostra destinazione: la piccola isola di Bantayan. Se si è alla ricerca di un luogo in cui non vi sia altro da fare che oziare per lunghe ore sulla spiagga, qui trova senz'altro il luogo ideale per soddisfare tale desiderio. La piccola isola di Bantayan è costellata di spiagge di sabbia di un bianco abbagliante, di locali in cui si mangia decisamente bene e di bar dove si beve in compagnia. Il nucleo abitativo principlale, ove sono anche situate le migliori spiagge, si trova nei pressi della pacifica e bucolica località di Santa Fe sulla parte meridionale dell'isola. Trascorriamo i primi giorni di permanenza sulla spiaggia di uno degli accoglienti resort che si affacciano sull'arenile principale, strutture che pur non vantando una categoria di lusso, offrono comunque delle ottime e tranquille sistemazioni direttamente sul mare. Di sera, con una brevissima corsa in mototaxi (delle sgangherate motocilette simili ad un sidecar coperto), ci dirigiamo nel centro di Santa Fe lungo una strada su cui si affacciano una miriade di ristoranti e di localini di intrattenimento in cui è possibile gustare piatti sia locali che della cucina internazionale. Per un'isola così piccola il numero di locali che si susseguono nel centro del paesino è veramente notevole. Nel corso della nostra permanenza affittiamo uno scooter con il quale compiamo il periplo dell'isola lungo un tragitto di poche decine di chilometri. Percorrendo la strada che costeggia prevalentemente la costa, è possibile ammirare una zona caratterizzata da una foresta mangrovie che man mano dirada per lasciar posto a villaggi di pescatori e ad isolate spiagge frequentate esclusivamente dalla gente del luogo. Qui e là è ancora possibile constatare i segni e i danni del tifone Yolanda che si è abbattuto sulle Filippine nel 2013. A nord dell'isola si trova l'insediamento urbano di Madredejos nel cui centro sono ancora visibili i resti del Forte Kota che venne costruito alla metà del XVII secolo come fortezza e torre di guardia per fronteggiare i ripetuti attacchi dei Moro, termine con cui venivano indicate popolazioni filippine di religione islamica. Rientrando lungo la costa occidentale attraversiamo la cittadina di Bantayan, principale centro dell'isola da cui prende il nome. Tra le escursioni che è qui possibile organizzare, vi sono quelle alle isole poste a pochi chilometri al largo del litorale. Affittiamo per una giornata una delle tipiche barche filippine a bilanciere (bangka) e facciamo rotta verso Virgin Island un piccola isoletta con affioramenti corallini protetta come parco marino. Trattandosi di un'isola che non possiede strutture dove pernottare ed essendo l'approdo soggetto ad una tassa di ingresso, è possibile godere di una certa tranquillità e nuotare nelle sue calde acque cristalline sostanzialmente in piena solitudine.
Dopo aver trascorso alcuni giorni sull'isola di Bantayan ed aver ormai relegato al rango di lontano ricordo il clima invernale dell'Italia, facciamo nuovamente ritorno sull'isola di Cebu, fulcro attorno a cui ruota l'arcipelago delle Visayas. Cebu è l'isola più densamente popolata delle Filippine ed è seconda solo a Luzon quanto ad importanza strategica e commerciale. Le sue principali attrattive sono le spiagge di sabbia bianca e gli spettacolari fondali che costituisco il paradiso dei sub. Nonostante non sia particolarmente frequentata dai turisti stranieri che giungono nelle Filippine, la sua capitale Cebu City può tuttavia meritare la visita di una giornata. E' una città che negli ultimi anni si è animata di una moltitudine di bar e di nuovi ristoranti e soprattutto che offre ottime opportunità per compiere delle escursioni verso le altre isole dell'arcipelago. Con una corsa in taxi di circa due ore (contro le quasi quattro ore che impiega il servizio locale di pullman) copriamo il tragitto tra Hagnaya a Cebu City e raggiunta la capitale ci dirigiamo subito verso downtown. Sebbene possa sembrare solo una città caotica, malfamata, disordinata, congestionata dal traffico e percorsa da fumanti Jeepney ricolmi di passeggeri, Cebu City vanta una storia ricca di cruciali eventi per le Filippine ed alcuni siti di particolare interesse storico. Ferdinando Magellano gettò l'ancora a Cebu nel 1521, ma non fu il primo straniero ad arrivare qui poichè prima di lui erano già giunte molte navi provenienti dal Siam, dalla Cina e dall'Arabia. La sua morte, per mano di un bellicoso guarriero dal nome Lapu-Lapu, avvenne solo quanche settimana dopo il suo arrivo, ma ciò non comportò la fine della presenza spagnola in queste terre, anzi tutt'altro. Pochi decenni dopo giunse infatti nelle Filippine il vendicatore spagnolo Legazpi che consegnò Cebu alla corona di spagna ed al cattolicesimo, religione che ancora oggi anima fortemente la spiritualità dei filippini. Ci dirigiamo verso la più venerata e la più antica chiesa di questo paese, la Basilica Minore del Santo Niño. Fondata nel 1565 fu distrutta dal fuoco per ben tre volte e ricostruita nel suo aspetto attuale nel 1737. Il suo campanile è stato però distrutto definitivamente dal terremoto del 2013. La causa dei passati incendi è probabilmente dovuta alle centinaia di candele che i fedeli in pellegrinaggio accendono nel piazzale antistante su cui si accalcano incredibili folle in preghiera. Oggetto di questa devozione è una statua fiamminga di Gesù bambino custodita in una cappella ed alla quale sono attribuite virtù miracolose. Nei pressi di una uscita laterale della Basiica, si trova una grande croce in legno conservata sotto una grande cappella circolare in pietra: è la cosiddetta Croce di Magellano, lascito cattolico del grande navigatore. Si dice che questa croce contenga frammenti di quella originale piantata proprio da Magellano nel 1521. Gli affreschi sul soffitto della cappella raffigurano il navigatore nell'atto di erigere la croce. Dopo la statua del Santo Niño, questo è il sito cattolico più venerato delle Filippine. A poca distanza, verso il porto turistico, si apre la Plaza Indipendencia con al centro un obelisco dedicato a Legazpi e su un lato della piazza si erge il Fort San Pedro costruito proprio dal conquistatore della Filippine Miguel Lopez Legazpi nel 1565. Il forte, nel corso dei secoli, è stato utilizzato come guarnigione militare, roccaforte di rivoltosi, prigione e zoo municipale. Oggi è semplicemente un tranquillo giardino recintato da mura e romantiche rovine che all'interno racchiude alcune sale in cui sono custoditi reperti del periodo spagnolo e fotografie dell'inizio del XX secolo.
Terminata la breve visita di questa città ci dirigiamo quindi al porto ed acquistiamo due biglietti per il ferry diretto a Bohol un'isola posta a sud-est di Cebu. Con due ore di navigazione raggiungiamo questa destinazione che è famosa per offrire ai visitatori una profusione di interessanti attività e di luoghi da esplorare sia inclusi nei normali percorsi turistici sia insoliti. Bohol non rappresenta comunque la nostra meta finale: proseguiamo difatti il viaggio con un taxi fino a raggiungere Panglao island un'isoletta posta ancora più a sud e collegata a Bohol da due ponti carrozzabili. Panglao è strettamente associata ad Alona beach una lunga spiagga di circa un chilometro e mezzo in cui si concentra un susseguirsi di resort, ristorantini, locali di intrattenimento, negozietti e diving center che rendono quest'area famosa per la sua movida. I fondali marini intorno ad Alona beach sono davvero magnifici e ciò spiega il gran numero di centri per immersioni e di agenzie che organizzano escursioni in zona. Panglao, ed in special modo Alona, è un'ottimo luogo ove porre la base sia per far vita da spiaggia sia per visitare l'entroterra di Bohol, atteso che in una quindicina di chilometri si raggiunge il ponte che collega le due isole. Dedichiamo il primo giorno a godere del caldo, del sole e del mare di questa magnifica spiaggia e verso sera quando il cielo si illumina dei colori del tramonto, particolarmente suggestivo in quest'area, la vita e le attività sembrano rallentare proprio per consentire ai presenti di godere di questo magnifico spettacolo che tinge l'orizzonte con mille sfumature di rosso. Di notte, per cenare, vi è solo l'imbarazzo della scelta: piccoli ristoranti con i tavoli direttamente sulla spiaggia offrono quasi tutti grigliate di pesce e di carne, mentre i baretti si contendono gli avventori a suon di cocktail, birre ghiacciate ed happy hour. Gruppi musicali "live" accompagnano l'andirivieni delle persone che passeggiano lungo il litorale accarezzato da una tiepida brezza marina e il timido sciabordio dell'acqua fa ondeggiare le barche ormeggiate poco oltre la riva.
La mattina dopo noleggiamo uno scooter con il quale ci sposteremo nei giorni successivi andando all'esplorazione dei dintorni. Cominciamo il nostro tour raggiungendo il ponte che collega Panglao a Bohol e subito incontriamo lo scenografico villaggio di Dauis con la sua chiesa ottocentesca danneggiata dal violento terremoto del 2013. Attraversiamo poi la cittadina di Tagbilaran, affacciata sulle calme acque di uno stretto di mare ed in passato famosa come luogo di rifugio dagli invasori Moro. Oggi giorno la città non è certo un luogo tranquillo, invasa come è da un continuo susseguirsi di rumorosi e fumanti taxi triciclo. I principali luoghi di interese sono il Museo Nazionale che conserva alcuni reperti antropologici e la St. Joseph the worker cathedral. Proseguiamo verso l'interno dell'isola di Bohol e a circa una ventina di chilometri, presso l'agglomerato di Corella, facciamo una deviazione per visitare il Tarsier sanctuary, una piccola riserva immersa nella foresta tropicale in cui vengono protetti questi piccoli primati dai grandi occhi dall'aspetto tenero e folle allo stesso tempo. Il tarso può stare tranquillamente nel palmo di una mano, ma può spiccare salti fino a 5 metri. Ha la capacità di ruotare la testa di 360 gradi e i suoi enormi occhi sono 150 volte più grandi di quelli di un uomo in rapporto alle dimensioni del corpo. Oltre ad essere uno dei primati più piccoli al mondo è anche uno dei più antichi atteso che si stima risalga a 45 milioni di anni fa. Proseguiano il nostro viaggio percorrendo strade in ottime condizioni ed attraversando dolci colline su cui si susseguono risaie a terrazza di un verde abbagliante. Raggiungiamo quindi una delle attrattive principali e più rappresentative di Bohol: le cosiddette Chocolate hills una serie di maestose e pressochè identiche alture erbose che si estende quasi a perdita d'occhio. Il loro nome deriva dalla bassa vegetazione che le ricopre che durante al stagione secca assume un colore marrone cioccolato. Considerato che ad oggi una spiegazione scientifica concorde sulla nascita di queste colline ancora non è stata raggiunta, gli abitanti del luogo preferiscono continuare a credere che esse siano le lacrime solidificate di un gigante disperato per l'abbandono dell'amata. Raggiungendo il Chocolate hills main viewpoint si ha una splendida vista di questo panorama e della rigogliosa natura circostante. Non molto distante sorge l'amena località di Loboc adagiata lungo l'omonimo Loboc river. Verso il tramonto è possibile effettuate una suggestiva navigazione a bordo di ampie imbarcazioni adibite a ristorante dalle quali si può ammirare lo splendido scenario fluviale che con il scendere delle tenebre si illumina del chiarore di migliaia di lucciole. Unica costruzione di rileivo di Loboc è la San Pedro Church, o meglio, quel che resta di questa chiesa che è stata semidistrutta dal terremoto del 2013. Poco distante da questo centro può meritare una breve visita l'Exotic animal park, una specie di piccolo zoo dove sono custodite alcune specie di animali esotici tra cui spiccano dei pitoni albini. Sebbene il luogo non entusiasmi per le condizioni degli animali, è tuttavia consigliabile fare qui una piccola sosta se non altro per contribuire con una piccola donazione al miglioramento della struttura. Dopo aver percorso circa 250 chilometri a bordo del nostro scooter ci apprestiamo a far rientro ad Alona beach giusto in tempo per godere di un altro splendido tramonto prima di immergerci ancora una volta nella animata vita notturna.
Il giorno seguente dopo aver speso le prime ore della mattina sulla cangiante sabbia della spiaggia contattiamo un barcaiolo e organizziamo una escursione alla non distante isola di Balicasag. A circa 8 chilometri al largo di Alona beach, raggiungibile con 45 minuti di navigazione a seconda delle correnti, sorge questa splendida isoletta che è uno dei principali siti di immersione delle Filippine. L'affioramento è circondato da una barriera corallina quasi incontaminata che precipita fino a a 50 metri di profondità e che per la sua ricca fauna e flora sottomarina è stata dichiarata riserva marina. La barriera è formata da coralli morbidi e duri ed è popolata, tra l'altro, da carangidi, barracuda e labridi. L'interno di Balicasag offre alcune sistemazioni in semplici capanne appositamente attrezzate, mentre piccole costruzioni in legno protette dalla vegetazione sono adibite ad improvvisati ristorantini in cui è possibile consumare pesce o carne grigliata. Un lato dell'isola è noto per la presenza di un buon numero di tartarughe marine ed essendo qui il fondale profondo solo pochi metri, si può nuotare a pochi metri di distanza da questi animali e fare con loro divertenti evoluzioni. Verso sera facciamo rientro ad Alona beach pronti per una nuova serata all'insegna del bere e del buon mangiare.
Dall'isola di Panglao è possibile organizzare una escursione giornaliera fino ad Oslob un centro situato a sud-ovest dell'isola di Cebu. Con due ore di navigazione si raggiunge questa destinazione che offre alcune interessanti vestigia del periodo coloniale spagnolo tra cui una chiesa con campanile oggi ben restaurata, i resti di un forte e delle antiche mura. Ma il motivo principale che attrae qui tanti turisti è il vicino villaggio di Tan-awan dove vi è la possibilità di interagire e nuotare con gli squali balena. La fama di questo luogo iniziò nell'anno 2011 allorquando apparvero su internet alcuni filmati di pescatori che attiravano questi enormi e placidi animali dando loro dei pesciolini. Da allora ha avuto sempre più diffusione il programma di interazione con gli squali balena che se da un lato ha portato notevole vantaggio economico per questo paesino, dall'altro preoccupa gli ambientalisti che hanno evidenziato i pericoli indotti dalla pratica di nutrire direttamente una specie migratoria a rischio. In sostanza circa una dozzina di questi giovani pesci ha perso l'abitudine di migrare e rimane stabilmente nelle acque di Oslob per tutto l'anno potendo contare sul sicuro nutrimento dato loro dai pescatori della zona. Dall'altro lato i sostenitori di questa pratica affermano che in tal modo gli squali balena sono comunque protetti evitando così i pericoli del mare aperto e della eventuale loro caccia di frodo. Indipendentemente dalle opinioni personali in ordine a questo programma, l'emozione di nuotare fianco a fianco con questi pesci che sono i più grandi al mondo, è davvero avvincente. Lo squalo balena arriva fino a 12 metri di lunghezza ed il suo cibo preferito è il plancton: nuotando lentamente vicino alla superficie dell'acqua, con l'enorme bocca spalancata aspira microrganismi vegetali e animali, risucchiando come un aspirapolvere anche tutti i piccoli pesci che si trovano a passare dalle sue parti. Il programma di interazione consente di nuotare accanto a questi animali per non più di quindici minuti dopodichè si risale sulle piccole imbarcazioni a remi utilizzate per avvicinarsi agli squali e si fa ritorno a riva portando con sè questa curiosa esperienza e qualche insolito scatto fotografico.
Ci apprestiamo a trascorrere l'ultima notte a Panglao cercando di assaporare fino all'ultimo i profumi, il clima, i ritmi e le sensazioni di questo luogo, con la triste consapevolezza che a breve dovremo rientrare in Italia ed affrontare i rigori della stagione invernale ormai nel suo pieno vigore. La mattina successiva prendiamo un taxi con destinazione Tagbilaran dal cui porto, con due ore di navigazione, raggiungiamo Cebu City. Un'altra corsa in taxi ci conduce in areoporto e qui sbrighiamo le formalità doganali prima di imbarcarci per Seoul dove ci tratterremo ancora una notte. Infine, il giorno dopo, il volo intercontinentale per l'Italia ci costringe a dare l'ultimo addio alla nostra vacanza, ma ben presto saremo pronti a cominciare il countdown per la prossima avventura e per una nuova destinazione.
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